Ritengo che alla ripresa delle attività possa convocarsi un dibattito pubblico

Caro Joan Perez,

vi leggo (con grande interesse) e vi rispondo (con altrettanto piacere).

Nella mia intervista del 2 agosto u.s. ho trattato di vari argomenti, con un unico filo conduttore sotteso: la crisi dell’Università pubblica in Italia (tagli del 10%?) e il declino del nostro Ateneo, che si riflettono in campi diversi ma collegati, dalla ricerca all’offerta formativa, dall’internazionalizzazione al diritto allo studio.
Non era un modo per divagare rispetto a questioni concrete dell’oggi. Solo che ritengo che queste ultime trovano soluzione, o quantomeno un avvio di soluzione, se si ha un’idea diversa di Università, un’idea che faccia del sistema pubblico d’istruzione una grande priorità in termini di investimenti finanziari (altro che tagli!), di mutamento dei metodi di gestione, di riequilibrio tra le diverse aree del Paese. I divari del Mezzogiorno d’Italia (ivi compresi i suoi Atenei) si acuiscono drammaticamente (si veda l’ultimo Rapporto SVIMEZ).
Riprenderemo questi temi anche in altra sede, ma non accantoniamoli!

Tre precisazioni adesso 1. sui piani di studio di Lingue e sul vostro malcontento; 2. sui CdL in Comunicazione; 3. sul da farsi.

1. Non intendevo sottovalutare il legittimo disagio e il malcontento derivati dalla mancata attivazione dell’intero percorso dei nuovi piani, né proporre una difesa d’ufficio (non sarebbe compito mio). Mi sono limitato a ricostruire le tappe della vicenda e a sostenere, il che qui ribadisco con convinzione, che non di “imbroglio” si è trattato, ma eventualmente, a seconda delle opinioni, di errore di valutazione.
Non ho francamente bisogno, Valerio, di riunire una ventina di studenti a caso…, né, Lilith85, di leggere tutti i forum: se non fossi stato convinto della necessità di rivedere i piani e di tener conto di tante giuste richieste di studentesse e studenti, non avrei dato il mio modesto contributo nel riformularli, convinto che andassero attivati per tutti e cinque gli anni.
In seguito, sono stato preso da altri impegni. Si è prospettato un ostacolo di tipo burocratico (un iter di passaggi non sostenibile) che non è ascrivibile, credetemi, alla neghittosità di una Segreteria studenti che in condizioni non brillanti svolge viceversa un grande lavoro.
Ebbene, Valerio, mi sono, perplesso, fermato anch’io che pur avevo creduto nei nuovi piani, per quanto perfettibili. Hanno inciso anche altri fattori? Direi di sì, ma su di essi, per correttezza, non mi pronuncio, perché la discussione in Facoltà, a mio avviso, riprenderà. Rispondo di me stesso (mi guardo bene dal coinvolgere l’insieme della Facoltà stessa), e, in tutta sincerità, il dubbio serio di avere sbagliato mi è rimasto (ma perché su tutta la questione non si convoca entro la prima decade di settembre un incontro pubblico, per chiarire e costruire? la vice-preside non aveva aperto qualche spiraglio?).
Non condivido né il giustificazionismo né il catastrofismo. Allorché nell’intervista ho fatto riferimento ai miei colloqui con gli studenti delle Triennali -in sede di esame ma non solo, aggiungo-, era per segnalare non che non sia presente un disagio, ma che esso spesso non si manifesta nei termini di un certo catastrofismo che talora mi capita di leggere o di sentire. Tutto qui. Per le Specialistiche… il discorso è un po’ diverso, certo.

2. Ritengo che alla ripresa delle attività, dal momento in cui saranno disponibili le “mitiche”, ma necessarie, nuove Classi, ma anche prima, possa convocarsi, promosso dai firmatari della lettera sui Corsi di Comunicazione, un dibattito pubblico, presenti Presidi e Presidenti di CdL, ma anche soggetti esterni del mondo della produzione, dal quale fare scaturire linee di indirizzo e un gruppo di lavoro interfacoltà, paritetico tra docenti e studenti, per elaborare una proposta e per le Triennali e per le Specialistiche. Mi sembra importante che l’iniziativa dei rappresentanti, e di tutti, lieviti e sia dirompente. Condivido peraltro pienamente gli interventi del prof. Granozzi e di Pirru.

3. Il da farsi non si ferma qui. Penso a seminari tematici sulla didattica, a partecipazione mista docenti/studenti, che trovino sbocco in una Conferenza di Facoltà per una rivisitazione di tutti i CdL, con particolare riferimento alle Specialistiche, oggi veramente deboli (ma qui, non si trascuri, come ipotesi di lavoro, la possibilità di piani di studio individuali: se altre Facoltà hanno dimostrato buona volontà per Specialistiche interfacoltà, si apra la soluzione ponte di mutuazioni possibili). Sulla base degli esiti molto positivi, a mia opinione, di Medialab, penso a una nuova fase di organizzazione di Laboratori di pratica-produzione in collegamento organico con il mondo della produzione. E altro.

Vi ringrazio delle sollecitazioni e vi auguro di cuore buone vacanze. Se poi volete fare una nuotata con me, fatemelo sapere.

Antonio Pioletti

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