Rispoli archivia dubbi e voci di mercato «Felice di essere rimasto, sono pronto»

La sua permanenza equivale ad un colpo in entrata. Andrea Rispoli è come se fosse un nuovo acquisto per il Palermo. Dopo avere manifestato l’intenzione di cambiare aria ed essere stato per lunghi tratti sul piede di partenza in attesa di eventuali segnali provenienti da qualche club di serie A, l’esterno destro campano classe 1988 è rimasto alla corte di Tedino. Inevitabili alcune domande: E adesso come rimarrà Rispoli?, Avrà le giuste motivazioni e la giusta mentalità? Interrogativi ai quali ha risposto oggi il diretto interessato, pronto fisicamente ma soprattutto mentalmente a riprendere il filo interrotto di fatto al termine della scorsa stagione: «La retrocessione è stata una grande delusione e ha lasciato delle crepe, inutile negarlo – ha ammesso il numero 3 rosanero – è stata una ferita che, tuttavia, adesso si sta rimarginando grazie al lavoro e alla voglia di dare sempre il massimo. Non sono più capitano? La fascia, che giustamente è di Nestorovski in base ad una decisione della società che io ho condiviso, è molto importante ma è ancora più importante quello che uno dà in campo. Ciò che uno dimostra con sacrificio e professionalità».

Voci di mercato, dubbi e scorie lasciate dalla retrocessione, in ogni caso, fanno ormai parte del passato. Il presente di Rispoli, il cui contratto con il club di viale del Fante scade nel 2019, è ancora a tinte rosanero: «E sono orgoglioso di essere rimasto. Devo ringraziare il presidente Zamparini che ha fatto di tutto per trattenermi e che mi ha sempre mostrato grande fiducia. Voglio ripagare sul campo gli attestati di stima suoi e anche dei tifosi. Con Zamparini c’è un rapporto schietto – ha aggiunto – credo sia normale a 29 anni fare certe valutazioni dopo l’amarezza dettata dalla retrocessione e l’offerta molto importante formulata dal Torino l’ultimo giorno di mercato ma adesso sono pronto a ripartire e ricominciare». Le sensazioni sono positive: «La società ha confermato lo zoccolo duro dell’anno scorso e ha allestito una squadra competitiva. Il campionato di B, che conosco molto bene, è lungo e presenta molte insidie ma noi abbiamo i mezzi per fare molto bene. Possiamo farcela a risalire in A ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il lavoro e le risposte che uno dà in campo. Dimostriamo chi siamo, intanto. Poi tireremo le somme».
Nel periodo di ‘sana confusione’ coinciso con il mercato, anche le parole al miele del tecnico Tedino nei suoi confronti hanno avuto un peso: «È una persona intelligente e, così come lo spogliatoio che è formato da ragazzi bravissimi, ha capito determinate dinamiche e situazioni. Spero che i risultati gli diano ragione, se lo merita, e sono contento di questo avvio confortante. Non era facile a Brescia trovare la giusta alchimia tra giocatori che di solito hanno meno spazio e invece il mister ha fatto un ottimo lavoro».

Sposata di nuovo e con convinzione la causa rosanero, Rispoli ha chiari in mente i prossimi obiettivi: scalare posizioni nelle gerarchie del tecnico, che in questo primo segmento della stagione ha puntato su Morganella sulla fascia destra, e creare i presupposti per la riconquista di una maglia da titolare. Mission che potrebbe essere compiuta sabato in occasione della sfida casalinga contro l’Empoli. Gara nella quale, complice le incognite legate alla condizione di Aleesami reduce dagli impegni con la sua Nazionale e l’infortunio rimediato da Rolando fermo ai box a causa di una lesione di primo grado sulla giunzione mio-tendinea dei flessori della gamba destra, l’ex capitano sembra destinato nuovamente ad un posto in prima fila: «Anche se siamo soltanto all’inizio del campionato, Palermo-Empoli è una partita importante tra due squadre blasonate e intenzionate a tornare in A. Sarà una gara equilibrata nella quale i dettagli potranno fare la differenza. Io sono pronto, sono al cento per cento e darò sempre il massimo tutte le volte in cui sarò chiamato in causa». È la serenità uno dei suoi tratti distintivi: «Ho vissuto in maniera tranquilla l’ultimo periodo anche perché non ho alcun rimpianto nel senso che non devo rimproverarmi nulla. La retrocessione – ripeto – è una ferita ma, in generale, non ho rimorsi perché ho sempre dato tutto e non mi sono mai risparmiato».

Antonio La Rosa

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