Rispetto e nobiltà, in una parola: Rugby

Sono oggi più di quarantamila i cittadini italiani che praticano con una certa costanza lo sport del rugby. Siamo dunque in presenza di un rilevante fenomeno sociale, che tocca ogni segmento della collettività nazionale. Il rugby è diventato, e sempre più sta diventando, parte stabile del progetto di vita di uomini e donne, senza limiti di censo, di provenienza geografica, di cultura, di abilità. La possibilità di accedervi viene concepita in forma diversa dal passato: attività non più riservata a pochi, ma diritto di tutti.

 

Questo sport nasce quasi due secoli fa nella cittadina di Rugby, vicino Birmingham, nel 1823, quando un certo William Ellis, decise un giorno di infrangere le regole del calcio e, preso il pallone in mano, si mise a correre tenendolo stretto al petto e, acclamato dalla folla diede così i natali al gioco. Circa nel 1860 si stabilirono alcune regole aggiuntive, in particolare quella relativa al placcaggio e quella più controversa relativa al passaggio all’indietro, essendo il guadagno di metri in avanti lo scopo del gioco. Nel 1871 si adottò la palla ovale con l’esplicita intenzione di renderla difficilmente controllabile con i piedi e non rischiare di “tornare” al calcio.

 

Il rugby si sviluppò nel mondo anglosassone che si espanse in gran parte dell’emisfero Australe, e sin dal 1888 emersero le grandi capacità della squadra dei Maori, successivamente chiamati gli All Blacks neozelandesi e degli Springboks sudafricani. In Italia il rugby fece la sua apparizione nel primo decennio del secolo ed è del 1929 la nascita della FIR – Federazione Italiana Rugby. In Sicilia, negli ultimi anni, questo fenomeno sportivo, come nel resto d’Italia, tende sempre più ad ingrandirsi, infatti si assiste ad un continuo aumento del numero di tesserati, tra cui molti bambini che iniziano fin da giovanissimi, sette anni circa, ad inseguire una palla ovale.

 

Questo sviluppo non è dovuto solo grazie ai progressi delle squadre siciliane, che riescono sempre più ad imporsi a livello nazionale, tra cui ricordiamo l’Amatori Catania, che milita nella massima serie, Super 10, squadre come il Cus Catania, S.Gregorio e Milazzo che militano in serie B, e molte altre squadre minori di serie C, come: Belpasso, Syrako, Ragusa, Palermo, Messina, Agrigento, S.R Catania ed Enna. Infatti il boom di tesseramenti va anche attribuito ad una maggiore informazione in materia, solo negli ultimi anni il rugby è riuscito a togliersi di dosso la fama di sport violento, sostituendola con quella di sport nobile e corretto, in grado di insegnare ai bambini il rispetto dell’avversario, perché nel rugby si gioca con un avversario, non contro un avversario.

 

Marco Sanfilippo

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