In via Gramsci, a Riposto, i cancelli del cinema Musmeci sono chiusi da lunedì. Da quando, cioè, fallita la trattativa con il Comune, la società che aveva in gestione la struttura municipale ha fatto armi e bagagli ed è andata via. «La nostra passione per il cinema comincia parecchio tempo fa, già nel 1983, con forme diverse», spiega a MeridioNews Angela Scuderi, titolare della società che in questi anni ha mandato avanti l’attività commerciale nel cuore della cittadina ionica. «Ma negli ultimi anni, come tutti, abbiamo pagato notevolmente la crisi del cinema – continua – Di piccole sale di provincia ne chiudono una al giorno e nei momenti di crisi economica la cultura è la prima su cui si taglia». Perciò, quando il calo dello sbigliettamento si è fatto difficile da sopportare e gli investimenti sull’immobile hanno dato un colpo poderoso alle finanze dell’impresa, a saltare è stato il pagamento dell’affitto al Comune di Riposto. Meno di mille euro al mese, per un totale di circa diecimila euro l’anno, che però la piccola azienda non è riuscita a coprire. Accumulando un debito con l’amministrazione comunale che si aggira intorno ai 25mila euro.
«Voglio chiarire un punto – dichiara il sindaco Enzo Caragliano – non sono io a occuparmi di queste cose, ma sono gli uffici. Quindi la decisione, giustissima, di chiedere il saldo del dovuto non è stata mia». Il primo cittadino si smarca, ma solo in parte, da quanto accade in questi giorni nel suo territorio. «Oserei dire che rientra nella normale amministrazione: c’era una situazione di morosità, si è tentato di ricongiungerla ma non c’è stato verso». La proposta della società era semplice: un piano di rientro triennale, nel corso del quale pagare a poco a poco, oltre al canone mensile, anche i debiti. A fronte, però, di un rinnovo della convenzione. Già rinnovata nel 2013 con una delibera della giunta.
«Quando abbiamo preso in mano il cinema Musmeci era poco più che un magazzino – interviene Scuderi – Abbiamo sistemato le poltrone, un impianto di proiezione e audio di ultima generazione, abbiamo trasformato lo stanzone in una sala». I gestori hanno continuato a fornire i servizi che, da convenzione, spettavano loro: «C’era l’obbligo di rendere la sala disponibile alle associazioni o alle scuole – prosegue la titolare – Con tutto quello che ne conseguiva in termini di danni da riparare. Adesso, ogni cosa che abbiamo realizzato rimarrà al Comune e a noi restano i debiti. Abbiamo proposto la rateizzazione, abbiamo chiesto che venisse riconosciuto il nostro impegno sul territorio, ma è andata così». Il risultato è che il cinema è chiuso da qualche giorno, sebbene le promesse del primo cittadino ripostese non tardino ad arrivare.
«Faremo una manifestazione d’interesse – annuncia Caragliano a MeridioNews – Rimarrà pubblicata per venti giorni, poi se ci saranno associazioni o società interessate si farà il bando a evidenza pubblica. In una quarantina di giorni dovremmo essere in grado di espletare tutto. Io le cose le faccio così: sbrigative». Il senso era, chiaramente, che l’intenzione è di non perdere tempo e di non lasciare la struttura municipale senza che i cittadini possano viverla. «Magari chi vorrà prendere il cinema Musmeci penserà di renderlo più moderno, o di trasformarlo in un teatro. Non lo posso sapere – conclude il sindaco – Di sicuro non lo chiuderemo».
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