Riposto, chiude il caffè letterario Cubalibro «Abbandonati dalle istituzioni, andremo via»

Chiude il Cubalibro, noto caffè letterario di Riposto. «Troppo alto il costo dell’affitto, abbandonati dalle istituzioni non abbiamo avuto altra scelta, ma di certo con questa città abbiamo finito», commentano i proprietari. Da almeno quattro anni Cubalibro era un punto di riferimento per tante persone, alla luce soprattutto della sua originalità, dato che aggiungeva alle normali attività di un locale dedito alla ristorazione la possibilità di usufruire di uno spazio libri sia per la lettura che per l’acquisto. Attività alle quali si sommavano numerosi spettacoli e concerti ospitati durante tutto l’anno. 

«Ci sentiamo molto amareggiati – spiega la proprietaria, Luisa Salici – volevamo creare qualcosa di bello e innovativo, e con tanto impegno e fatica ci siamo riusciti. Essendo in affitto regolarmente, pagavamo un canone che in base agli accordi contrattuali poteva gradualmente aumentare, ma che però aveva raggiunto cifre insostenibili, soprattutto alla luce del difficile momento economico che stiamo vivendo», racconta la donna. «Ci venivano chiesti mille euro al mese e dopo due soli mesi di inadempienza il proprietario ci ha fatto avere la lettera di sfratto. Il giudice ha dato ragione al proprietario – continua – perché ha agito in conformità con i termini di legge, ma intanto noi oggi lasciamo un locale interamente rimodernato e sistemato a nostre spese per un investimento superiore ai 12mila euro».

Ma i proprietari puntano il dito anche contro l’amministrazione comunale, rea a loro dire di aver totalmente trascurato le loro esigenze. «Le istituzioni ci hanno lasciato completamente soli. Per sua natura e vocazione il nostro locale poteva ospitare ogni genere di attività culturale, e nonostante ciò non siamo mai stati presi in considerazione», lamenta Salici. «Io non capisco per quale ragione spendano così tanti soldi per attirare artisti e personalità provenienti da fuori, quando potrebbero investire sul territorio valorizzando le realtà culturali e artistiche ripostesi. Potevamo fare tante cose, e invece abbiamo dovuto annullare diversi eventi in programma per quest’estate». 

Forte nei proprietari è anche la delusione per l’essere costretti ad abbandonare un luogo che hanno fatto crescere pian piano, progettandolo in prima persona in ogni dettaglio. «La nostra clientela – afferma Luisa Salici – veniva da qualsiasi parte dell’hinterland». Durante i primi tempi, le difficoltà non sono mancate. «Ci dicevano che non avremmo mai sfondato e che la nostra idea non sarebbe attecchita nel territorio – racconta – Invece abbiamo dimostrato a tutti che potevamo portare avanti con successo questo progetto, spesso rivolto ai più piccoli, visto che promuovevamo tante attività per i bambini». 

Adesso «il rammarico è quello di chiudere per motivi non dipendenti da noi; il lavoro per noi c’era, ma tra le tasse e l’affitto la situazione era rimasta insostenibile. La volontà è quella di riaprire – assicura – ma senza dubbio non investiremo più su Riposto, lavoreremo altrove».

Dopo la pubblicazione del pezzo è arrivata la replica del vicesindaco di Riposto, Gianfranco Pappalardo Fiumara: «Auspico che possa l’idea culturale del Cubalibro attecchire nella città e ripetersi nel prossimo futuro. È stata una esperienza innovativa e come tutte le esperienze culturali innovative non posso che essere sinceramente dispiaciuto per la chiusura non dipendente ovviamente da noi ma da fattori assolutamente privati. Mi incontrerò con i gestori del Cubalibro per trovare una soluzione in modo che rimanda viva nella comunità tale esperienza educativa».

Seguita da una nota di Luisa Salici, titolare del Cubalibro«Al fine di placare gli animi di tutti ed evitare che si alzi un polverone fatto di inutili sentenze, battibecchi e scambi non costruttivi, vorremmo precisare che la chiusura del Cubalibro non è ovviamente dipeso dal Comune o dalle loro scelte organizzative; la questione è legata esclusivamente a costi di gestione e affitto esoso. Sulle dichiarazioni fatte dalle parti devono essere lette come frutto di delusione e rammarico pertanto subito chiarite con il Vice Sindaco che ha espresso sinceramente il suo dispiacere per la chiusura».

Dario Calderone

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