Rinnovabili, respinto il patteggiamento di Nicastri Il giudice ritiene esigua la pena a meno di tre anni

Due anni e nove mesi sono troppo pochi, se rapportati al reato commesso. Questa la decisione del giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo Walter Turturici, che ha respinto la richiesta di patteggiamento presentata da Vito Nicastri e dal figlio Manlio, nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione all’interno degli uffici regionali.

Nicastri, imprenditore alcamese già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e ritenuto prestanome del boss Matteo Messina Denaro, confidava di ottenere per sé e per il figlio una condanna contenuta, dopo la decisione di avviare un rapporto di collaborazione con i magistrati che a Palermo e a Roma hanno aperto le inchieste in cui sono coinvolti a vario titolo anche l’ex consulente della Lega Paolo Arata e il senatore Armando Siri. Per il gup, tuttavia, il punto d’incontro raggiunto tra il legale di Nicastri, Sebastiano Dara, e la procura di Palermo non è congruo, e così il 63enne alcamese dovrà presentarsi in tribunale il 18 dicembre. Quel giorno, infatti, inizierà il processo con rito ordinario che vedrà alla sbarra anche Paolo Arata, il dirigente della Regione Siciliana Alberto Tinnirello e il milanese Antonello Barbieri.

È iniziato invece il rito abbreviato per il funzionario del dipartimento regionale all’Energia Giacomo Causarano e per Francesco Arata, figlio dell’ex parlamentare di Forza Italia poi avvicinatosi alla Lega, che sarebbe entrato in affari con Nicastri. Arata, secondo i magistrati, avrebbe spinto affinché a Roma venissero approvate norme favorevoli agli interessi che Nicastri aveva nelle rinnovabili. Per fare ciò, sarebbe stato avvicinato il senatore leghista Armando Siri, sul cui conto continua a indagare la procura di Roma. L’udienza di oggi al tribunale di Palermo è stata però subito rinviata, poiché il gup era lo stesso che poche ore prima si pronunciato sul patteggiamento chiesto dai Nicastri. La nuova udienza è prevista per lunedì prossimo, ma anche quel giorno non è escluso che il processo possa essere rinviato ulteriormente. 

Simone Olivelli

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