Passate le Europee, torna puntuale nell’agenda politica regionale il dibattito sul rimpasto in giunta. Un «ritocco al motore», seguendo la linea indicata ieri dal governatore Nello Musumeci, secondo cui la necessità sarebbe quella di «creare in Italia un soggetto moderato che possa interpretare una fascia di elettorato che non va più a votare, che non vuole stare con centrosinistra, sinistra e Movimento 5 stelle».
Insomma, come annunciato, Musumeci queste elezioni europee le ha osservate dal balcone (senza esibire alcun lenzuolo pro o contro il vincitore delle elezioni). E adesso trae le conclusioni: «Credo – ha aggiunto – che questo spazio elettorale si possa trovare alla sinistra di Salvini, non a destra». Ma il primo inquilino di Palazzo d’Orleans pone anche delle condizioni: «Dobbiamo mettere assieme quattro, cinque soggetti di sensibilità e cultura differenti per capire se si può arrivare alla nascita di questo nuovo soggetto, altrimenti si penserà, e nel mio partito prevale questa tesi, a creare un patto federativo con un soggetto già esistente».
Una linea, quella di Musumeci, che ha fatto storcere il naso persino ai suoi, che a stretto giro hanno recapitato alle redazioni una nota a firma del gruppo parlamentare all’Ars, per precisare che «il futuro del centrodestra non dovrà prescindere dall’importante patrimonio di idee e valori in cui si riconosce la comunità politica di Diventerà Bellissima. Lo dobbiamo ai numerosi siciliani che hanno voluto alla guida del governo regionale Nello Musumeci. Concordiamo con il presidente della Regione – prosegue la nota – all’indomani del voto delle Europee si delinea in Sicilia come nel resto d’Italia un centrodestra più forte e con nuovi equilibri. Esistono le ragioni per creare un nuovo soggetto politico, con Diventerà Bellissima nel ruolo di cofondatore a condizione che le legittime istanze dei siciliani siano parte fondamentale e irrinunciabile di questo progetto». Infine, la stoccata: «La nostra prima scelta, tuttavia, sarebbe quella che da mesi sosteniamo: creare un rapporto federativo tra Diventerà Bellissima e un soggetto politico nazionale già esistente, sempre nell’esclusivo interesse della Sicilia». Insomma, con la Lega di Matteo Salvini.
Movimenti che non sono passati inosservati agli occhi di chi intanto, dalle retrovie, ragiona su nomi e numeri della geografia politica di sala d’Ercole. Intanto perché gli scontenti di Forza Italia potrebbero, insieme a singoli deputati tra cui Vincenzo Figuccia e Danilo Lo Giudice, costituire un nuovo gruppo, magari allargato anche ai «compagni» di Sicilia Futura e qualche dem che al voto dello scorso 26 maggio hanno, più o meno apertamente, sostenuto pezzi di Forza Italia.
Ma in casa forzista potrebbe presto arrivare un altro congedo: quello di Rossana Cannata, che sembrerebbe pronta al passaggio a Fratelli d’Italia dopo la candidatura del fratello nella lista di Giorgia Meloni. Resta la conta dei voti, che muoverà non pochi equilibri: a cominciare dal risultato siciliano dell’ex eurodeputato Salvatore Cicu, che nel Palermitano ha portato a casa appena 7500 voti, nonostante il sostegno di Alessandro Aricò e di Gaetano Armao. Peggio ancora nel capoluogo, dove le preferenze al forzista sono scese sotto la soglia dei 1500 voti.
Ancora, a proposito di conti, ecco che non tornano quelli di Saverio Romano, che nel Palermitano si aspettava un risultato differente e ha puntato il dito su Palermo città, Bagheria e Termini Imerese. Tre Comuni in cui, sembra, si sarebbe aspettato un impegno maggiore da parte dell’assessore Toto Cordaro. Anche questo è un elemento che potrebbe pesare nell’ottica del rimpasto, considerato che verosimilmente Romano potrebbe chiedere ai suoi due assessori un passo di lato in segno di una rotazione interna alla forza politica.
Appare cosa pressoché certa l’addio dell’assessore al Turismo Sandro Pappalardo, in favore del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Manlio Messina, mentre negli scorsi giorni sarebbe diventato insistente il pressing nei confronti della moglie di Sebastiano Tusa per chiederle un impegno ai Beni culturali, già guidati dal marito e oggi retti ad interim da Musumeci.
C’è poi il grande tema interno a Forza Italia: Micciché ha parlato di ex assessore a proposito di Gaetano Armao. Il vicepresidente, dal canto suo, non ha naturalmente alcuna intenzione di fare un passo indietro dall’esecutivo regionale. La exit strategy di Musumeci? «Potrebbe essere – si sussurra tra i corridoi dei Palazzi – una rotazione degli assessori».
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