IN DISACCORDO SU TUTTO, LA ‘TRIADE’ DA UNA PARTE (LUMIA, CROCETTA E CONFINDUSTRIA SICILIA) E IL PD E GLI ALTRI PARTITI DALL’ALTRA PARTE, SU UN PUNTO HANNO TROVATO L’INTESA: IL ‘SILURAMENTO’ DELL’ASSESSORE CHE HA PROVATO AD ARGINARE LO STRAPOTERE DEGLI ‘INDUSTRIALI’. MA LA PARTITA E’ APERTA, PERCHE’ IL PRESIDENTE, IL SENATORE E I LORO ALLEATI PERDONO POTERE…
Dopo due mesi di trattative il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il ‘Partito’ di Confindustria Sicilia, il PD siciliano e gli altri Partiti che appoggiano il Governo hanno finalmente raggiunto la quadratura del cerchio sulla nuova Giunta. In disaccordo su tutto, presidente, ‘industriali’ e Partiti hanno concordato su un punto: fare fuori dalla nuova Giunta l’assessore Nicolò Marino.
Non che sui rifiuti – soprattutto sui gli appalti molto discutibili andati in scena in questi settore nevralgico – tutto in questi sedici mesi sia filato liscio. Anzi. Ma, in ogni caso, l’assessore Marino è stato un argine che ha garantito la legalità in tanti, forse troppi settori (visto dalla parte dei ‘banditi’, naturalmente) dell’Amministrazione regionale.
L’azione di Marino – questo è sotto gli occhi di tutti – ha dato molto fastidio a tanti gruppi di potere che, da anni, nel nome di una ‘presunta’ antimafia, si sono fatti i cavoli propri. L’assessore Marino – caso unico – ha avuto il coraggio di mettersi contro il ‘Partito’ di Confindustria Sicilia sulla questione rifiuti: ed è per questo che viene sbattuto fuori dal Governo. Il resto sono chiacchiere da bar.
Come abbiamo scritto ieri, non c’è alcuna rottura tra chi oggi controlla Confindustria Sicilia e il governatore Crocetta. Le polemiche tra Crocetta e i presidente di questa strana organizzazione più politica che imprenditoriale, Antonello Montante, era solo una sceneggiata. Il tentativo, piuttosto goffo, di fare apparire il ‘siluramento’ dell’assessore Marino come un atto del presidente della Regione.
Commedia degli inganni fallita: Marino viene messo fuori dal Governo perché non si è piegato ai voleri del ‘Partito’ di Confindustria Sicilia.
Ma Montante e compagnia non s’illudano: in Giunta, da quello che abbiamo capito, entrerà il PD. Non attraverso nomi di comodo, ma con dirigenti di provata esperienza. Certo, Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia, con molta probabilità, confermeranno Nelli Scilabra in quota PD e proveranno a nominare assessore il catanese Angelo Villari in quota ‘area Cuperlo’.
Si tratta di altri due imbrogli della premiata ditta Lumia-Crocetta. Nelli Scilabra è in quota Lumia: e Lumia è del PD fino a un certo punto, visto che è stato eletto senatore nel Megafono e visto che gli elettori di questo partito, in buona parte, non lo ‘digeriscono’. Anche Angelo Villari è vicino a Lumia e Crocetta e con l’area Cuperlo non ci ‘azzecca’ niente.
Come si può notare, è ancora in corso il tentativo, da parte di Crocetta e, soprattutto, di Lumia, di ‘banditeggiare’ due assessorati al PD, raccontando la frottola che al Partito Democratico avrebbero dato quattro assessorati.
Non sappiamo se il ‘Gatto e la Volpe’, al secolo Crocetta e Lumia riusciranno a far passare l’operazione Angelo Villari (noi non ne siamo sicuri, perché l’operazione è stata ‘sgamata’). Ma siamo certi che, anche con due assessorati, il PD siciliano riuscirà ad imporre una svolta. Forse la svolta non riguarderà tutto il Governo, ma in alcuni settori dell’Amministrazione molte cose cambieranno.
Certo, la ‘triade’ – Lumia-Crocetta-Partito di Confindustria Sicilia – conserva buona parte del potere. la formazione professionale, il turismo (Michela Stancheris), le Attività produttive (Linda Vanchieri) e la forza del ‘ricatto’ politico sui piccoli partiti (Dsr e Articolo 4, che prenderanno un assessorato a testa). Ma, al contrario di quello che è avvenuto fino ad oggi, la ‘triade’ non controllerà più tutta l’Amministrazione regionale.
Perderanno il controllo dell’Economia, che dovrebbe andare al PD. E dovranno cedere qualcosa all’Udc, che in questo rimpasto perde una ‘casella’, ma che vorrà due assessorati di ‘peso’. Con molta probabilità, la ‘triade’ dovrà rivedere, tra Roma e Palermo, la questione rifiuti (con tutto il corollario di appalti). Insomma, non escludiamo che, tra qualche mese, salti Marco Lupo, anello di congiunzione ‘consociativo’ di questo settore nevralgico.
Contrariamente a quello che scrivono altri giornali, a nostro modesto avviso i giochi non sono ancora fatti. E, in ogni caso, sono giochi destinati a ‘chiudersi’ dopo le elezioni europee. Perché su questo accordo sofferto pesa sempre l’ombra di Lumia che continua a chiedere l’impossibile: un posto nella lista del PD, alle elezioni europee, pur avendo alle spalle sei legislature (e due deroghe al regolamento interno del PD!).
Una candidatura, quella di Lumia, che va contro la logica politica, se è vero che gli elettori di questo Partito difficilmente manderanno a Strasburgo lui e Antonello Cracolici dopo quello che hanno combinato con il Governo di Raffaele Lombardo.
Crocetta è riuscito a imporre il “no” in Giunta ai deputati in carica. Ma non è riuscito a bloccare le possibili nomine di ex parlamentari. Questo apre la strada a due possibili dirigenti del PD di grande esperienza e di grande spessore politico: Franco Piro e Giovanni Battaglia.
Il primo sarebbe una garanzia per tutti i siciliani se venisse assegnato alla guida dell’assessorato all’Economia. Piro, prima che un dirigente del PD, prima che un esponente storico della Sinistra siciliana, è un autonomista: e l’ha dimostrato proprio ricoprendo il ruolo di assessore regionale al Bilancio nei primi anni ’90.
Anche Gianni Battaglia è un politico di grande esperienza (anche lui, nel passato, ha ricoperto la carica di assessore regionale) e potrebbe dare al Governo quel tocco di spessore politico che fino ad oggi è mancato.
Nel PD restano da coprire due aree: quella dei renziani (si fa il nome di Giuseppe Bruno, già assessore comunale a Palermo) e quella del gruppo di Giuseppe Lupo.
Va da sé che l’attuale assessore Mariella Lo Bello è fuori. Al pari di Nino Bartolotta. Fuori dovrebbero essere anche Ester Bonafede e Mariarita Sgarlata. E, forse, anche Dario Cartabellotta.
Difficile dire se l’accordo raggiunto prevede anche la spartizione delle poltrone della sanità. Ci sembra difficile. Proprio perché Lumia, prima di mollare queste poltrone al sistema dei Partiti, vorrà capire che fine farà la sua candidatura alle europee.
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