Aria nuova al Fai, il Fondo italiano Ambiente, Fondazione che si occupa di proteggere e promuovore i gioielli architettonici e naturalistici nel Belpaese. In Sicilia ad esempio, a loro si deve, il recupero del bellissimo giardino della Kolymbetra, sotto la Valle dei Templi di Agrigento.
La prima notizia è che c’è stato un cambio al suo vertice: Andrea Carandini è il nuovo presidente. Archeologo, classe 1937, prende il posto di Ilaria Borletti Buitoni, candidata alla Camera in Lombardia con ‘Scelta Civica’ di Mario Monti.
La seconda, più che una notizia, è una domanda. Che, in queste ore, molti siciliani stanno ponendo al nuovo ‘capo’ del Fai. La domanda è la seguente: Carandini intende continuare, come hanno fatto i suoi predecessori, a tacere dinnanzi al costruendo rigassificatore a due passi dalla Valle dei Templi? O, a prescindere dalle lobby economiche coinvolte, il nuovo presidente del Fai, alzerà la voce per proteggere un’area archeologica tra le più belle al mondo?
Solo un esponente del Fai siciliano, ha avuto il coraggio di dimettersi, per protesta contro la posizione dei vertici nazionali: Gaspare Agnello, ve lo abbiamo raccontato qui, che non ha digerito il silenzio dell’allora presidente (Crespi) sui rischi per un’area inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco che la stessa Unesco italiana ha abbandonato.
Finora, a livello istituzionale, solo Franco Battiato, assessore regionale al Turismo, da uomo intellettualmente libero, ha avuto il coraggio di catalogare l’affare come “un’offesa al patrimonio culturale”. Cosa farà il nuovo Fai?
Se lo chiede anche il Comitato Salviamo la Valle dei templi in questa lettera:
“Egregio Professor Carandini, abbiamo appreso la notizia della Sua nomina a presidente del FAI con grande sentimento di speranza. Lei certamente saprà che da 7 anni ad Agrigento stiamo lottando per scongiurare un crimine contro la cultura universale: la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine del parco archeologico della Valle dei Templi, inserita nella World Heritage List dell’Unesco dal 1997. La decisione di allocare un tale insediamento industriale, definito dalla normativa europea Seveso a rischio di incidente rilevante, al confine della Valle dei Templi ha suscitato sentimenti di profonda indignazione da parte di intellettuali e di politici responsabili come, solo per fare qualche nome, Dacia Maraini, Rita Borsellino, Fabio Granata e Sonia Alfano.
Da ultimo Franco Battiato ha condannato duramente l’ecomostro al confine del parco archeologico agrigentino in quanto non è compatibile con i principi di salvaguardia del territorio, tenuto conto della sua collocazione, prevista sotto la Valle dei Templi, notoriamente patrimonio Unesco dell’umanità. La netta presa di posizione di Battiato ha una doppia valenza. Perché proviene da un intellettuale di grande spessore morale e perché è fatta da un assessore regionale della giunta del governatore siciliano Rosario Crocetta, autore del cambiamento, a cui abbiamo indirizzato recentemente un’accorata lettera perché revochi l’ignobile autorizzazione del precedente governatore Raffaele Lombardo.
Egregio Professore, l’attuale momento è favorevole alla revoca, in quanto l’intero gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, che è maggioritario all’interno dell’assemblea regionale siciliana, ha presentato una mozione che sollecita Crocetta ad adottare il provvedimento di revoca. Un Suo autorevole intervento, caro Professore, in favore della Valle dei Templi, all’interno della quale tra l’altro il Fai gestisce egregiamente il giardino della Kolymbetra, darebbe un enorme contributo di valore etico alla salvaguardia di uno dei siti Unesco più belli al mondo, meritevole senz’altro di quella tutela straordinaria sancita dall’art. 9 della Costituzione Italiana. Professore ci aiuti. Con i più cordiali saluti, Gaetano Gaziano Presidente associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento.
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