Tutela dei lavoratori e autonomia del piano rifiuti rispetto alla riforma: sono questi i due punti attorno a cui ruota la richiesta che il Movimento 5 Stelle ha avanzato al governo di rimandare la riforma dei rifiuti, finalmente incardinata a Sala d’Ercole, in commissione Ambiente. Secondo i deputati pentastellati, il governo regionale sarebbe «confuso», «ha presentato – dicono – 40 emendamenti di riscrittura alla sua stessa riforma dei rifiuti, una riforma che è iniziata male e rischia di finire peggio». I deputati pentastellati chiedono dunque al governo un ritorno in commissione «e in quella sede si lavori a una nuova proposta che possa risolvere davvero il problema».
A proposito, invece, del confronto coi capigruppo rispetto al quale le opposizioni hanno dato forfait, ecco che l’ex presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, attacca: «Abbiamo lavorato un anno e mezzo in commissione su questa riforma. Non possono esserci incontri informali, è la commissione la sede istituzionale nella quale confrontarsi».
I nodi maggiormente spinosi sono quelli legati al personale, come nel caso emblematico di una società di Enna, partecipata per un punto percentuale dai privati, che avrebbe inibito l’accesso al concorso pubblico ai lavoratori. Su questo tema sono stati presentati diversi emendamenti, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Ma secondo i 5 Stelle non basta «perché parliamo di un bacino complessivo di oltre 11mila persone».
Sul punto dell’autonomia del piano rifiuti rispetto alla riforma, il principio sostenuto dai 5 Stelle è semplice: posto che il documento operativo, soprattutto sull’impiantistica, è proprio il piano rifiuti, la proposta è di non legarlo alle sorti del ddl e soprattutto alle costituende Ada. «Se in tutto questo tempo non sono state liquidate le società precedenti – attacca Trizzino – perché mai dovremmo credere che in 180 giorni saranno create le Ada, il cui parere è vincolante per il piano rifiuti? Sleghiamo, allora, le sorti del documento programmatico dalla governance e il parere venga chiesto alle Srr, i cui componenti sono comunque gli stessi Comuni che costituiranno le future Ada».
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