Riforma delle Province torna all’Ars il 22 marzo Previsti tagli al personale «in base alle risorse»

Un sospiro di sollievo che arriverà insieme alla primavera. Il prossimo 22 marzo sala d’Ercole tornerà a discutere di Liberi consorzi di Comuni e città metropolitane. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo, riunita questo pomeriggio in sala rossa a palazzo dei Normanni.

«Lo scontro politico sul futuro delle città metropolitane e dei liberi consorzi – dicono i segretari generali regionali dei sindacati di categoria Michele Pagliaro (Cgil), Mimmo Milazzo (Cisl), Claudio Barone (Uil) – deve cedere il passo al senso di responsabilità, perché a pagarne il prezzo più alto sarebbero i lavoratori e i cittadini a cui interessano poco le beghe politiche su chi deve governare i nuovi enti».

Uno dei nodi, infatti, è proprio quello: l’elezione dei sindaci delle città metropolitane. Su questo tema non si è riusciti a trovare l’accordo, tant’è che la norma, già impugnata dal Consiglio dei ministri, approderà un’altra volta a sala d’Ercole senza aver recepito l’impugnativa di Renzi sui sindaci metropolitani, col rischio concreto di un’ennesima stroncatura da palazzo Chigi.

«Siamo consapevoli che la legge da sola non risolve il problema delle ex Province – proseguono i sindacalisti – perché rimane da risolvere il grave problema finanziario, così come pensiamo che il testo possa essere migliorato con emendamenti nel dibattito d’Aula; ma dobbiamo togliere ogni possibile alibi a tutti coloro che legano i destini delle risorse finanziarie che da Roma devono giungere a Palermo al completamento della riforma». I sindacati tornano a puntare il dito contro Crocetta e il suo governo, «oggi praticamente assente», per la «scarsa capacità» di interloquire in maniera efficace con Roma.

C’è anche un altro tema che preoccupa non poco i lavoratori: se nella legge Delrio sul riordino delle ex Province è previsto un taglio nei fondi al personale pari al 30 cento per le Città Metropolitane e del 50 per cento per i Liberi Consorzi, la norma che martedì prossimo approderà a sala d’Ercole prevede che i tagli si rideterminano in base alle risorse disponibili. Insomma, la cura dimagrante dei nuovi enti potrebbe essere maggiore rispetto alle riduzioni previste dalla Delrio.

Proprio Barone avverte: «È indispensabile che si completi la legge regionale con norme che non siano in conflitto con la Delrio». Insomma, secondo i sindacati è chiaro «come all’interno dell’Ars si stia consumando una bieca lotta di potere e a farne le spese sono i lavoratori, che rischiano stipendi e posti di lavoro, e i cittadini a cui continuano ad essere negati i servizi»

Miriam Di Peri

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