Una breve sospensiva di due mesi, che permetterà però di proseguire il servizio e partecipare alle gare d’appalto. Seppur con riserva. È quanto ottenuto dalla Senesi S.p.a., la società marchigiana di raccolta dei rifiuti raggiunta il 15 luglio da un provvedimento interdittivo antimafia della prefettura di Fermo. Su questa decisione si è espresso oggi il Tar delle Marche che, esaminando il ricorso inoltrato dalla Senesi per richiedere l’annullamento dell’interdittiva, ha deciso di sospenderla fino al 17 settembre. Uno stop che, secondo il presidente del tribunale, Franco Bianchi, è «una tutela cautelare interinale e temporanea». In attesa della decisione della Camera di Consiglio.
Soddisfazione da parte dei vertici della società marchigiana, che in un comunicato hanno ribadito come i reati dei quali è imputato l’amministratore delegato Rodolfo Briganti non sono sufficienti a definire un reale pericolo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. Gli inquirenti accusano Briganti di traffico illecito di rifiuti, redazione di atti falsi, ingiusto profitto, indebito incremento del giro d’affari ottenuto gestendo gli impianti di raccolta al di sopra delle capacità degli stessi e gestione abusiva di rifiuti pericolosi. «Per un provvedimento del genere non è sufficiente l’eventuale titolo del reato riportato dal giudice penale ma è necessario – si legge nel documento – esaminare il contenuto dell’ordinanza o della sentenza del giudice penale e rintracciare nel provvedimento stesso gli indizi concreti e attuali da cui desumere il rischio di infiltrazioni». «La sospensiva del provvedimento interdittivo – conclude la Senesi – è stata concessa per mancanza oggettiva di elementi anche lontanamente riconducibili ad eventuali contiguità con la malavita organizzata».
Ma gli effetti dell’interdittiva e della sua sospensione si vedono già adesso. Ad Acireale, dove lavora da fine settembre, la ditta di Porto Sant’Elpidio potrà chiedere di continuare, almeno fino a settembre, a gestire il servizio. Che, ad Acireale, ha un costo mensile per le casse del Comune di quasi 600mila euro al mese. Le possibilità per la Senesi, poi, si estendono anche alla possibilità di partecipare con riserva a gare di appalto per l’affidamento pluriennale della raccolta. «La sospensione dell’interdittiva porterà certamente un po’ di serenità nella conduzione del cantiere e nella normale prosecuzione dei servizi – dicono il sindaco e il l’assessore all’Ambiente di Acireale, Roberto Barbagallo e Francesco Fichera – Nel frattempo, comunque, stiamo sollecitando gli uffici regionali affinché ci comunichino la data di svolgimento della nuova gara settennale, i cui atti sono stati già tutti trasmessi».
Questo potrebbe riguardare, oltre che il Comune di Acireale, anche Aci Sant’Antonio. Dove la ditta ha lavorato per più di un anno e avrebbe tutto l’interesse a cercare di aggiudicarsi un appalto settennale. Discorso diverso, infine, per Aci Catena. Nella città del limone verdello, infatti, la gara d’appalto si è già svolta con l’aggiudicazione della E.F. Servizi Ecologici di Misterbianco. Tuttavia, le scorse settimane la diffusione di una notizia – rilanciata anche da importanti quotidiani – di un provvedimento di interdittiva antimafia a carico della società etnea aveva aperto le possibilità a un’aggiudicazione da parte proprio della Senesi, altra società partecipante al bando. L’ipotesi, però, è stata ripetutamente smentita dal Comune di Aci Catena, che ha ribadito di non avere avuto comunicazioni ufficiali da parte della prefettura di Catania. Avrebbe dovuto essere infatti il prefetto etneo a esaminare la posizione della E.F. Servizi Ecologici e a emanare l’interdittiva antimafia.
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