Sono sette le ditte che hanno risposto alla manifestazione di interesse indetta, a inizio giugno, dall’assessorato regionale ai Rifiuti nell’ottica d installare impianti mobili in cui effettuare le operazioni di pretrattamento – come l’apertura dei confezionamento, travaso, infustamento, impacchettamento – e biostabilizzazione dei rifiuti indifferenziati. Si tratta di una misura propedeutica all’avvio della riforma del settore – il cui piano ancora va redatto – con l’obiettivo di tirare fuori la Sicilia dall’emergenza.
A farsi avanti sono state Ambientalia srl, società con sede a Dozza, in provincia di Bologna; la Traina srl di Cammarata, la siracusana Ecoambiente Italia srl*, l’Entsorga srl di Tortona (Alessandria) ma legata all’omonima società che ha sede nella Virginia Occidentale, la Ecoimpianti srl di Floridia, la Gm srl di Cinisi e la Sereco, impresa che ha sede legale a Santa Flavia. Ognuna di esse ha dato la propria disponibilità in merito agli impianti in proprio possesso: per esempio, nel caso di Ambientalia, la società ha fatto sapere di essere produttrice di un impianto di biostabilizzazione, mettendosi a disposizione della Regione per la fornitura dello stesso.
Adesso bisognerà capire la Regione come deciderà di muoversi. Ovvero quanti impianti mobili prevedere e dove installarli, nella consapevolezza che si tratta di una scelta che rientra ancora nelle misure straordinarie per alleggerire lo stress sulle discariche. Tenendo comunque a mente che l’obiettivo dichiarato del governo Musumeci è quello di ridurre drasticamente i conferimenti, facendo crescere la differenziata. «Gli impianti mobili hanno una utilità in un contesto emergenziale – dichiara l’esperto Aurelio Angelini, che nei mesi scorsi ha collaborato con il governo regionale -. Innanzitutto servono a eseguire una serie di trattamenti meccanici sul rifiuto, che altrimenti vengono svolti negli impianti fissi che si trovano nelle discariche, ovvero in particolar modo quelli di Bellolampo, contrada Coda di Volpe a Lentini e, il più piccolo, di Sicula Castellana».
Il primo risparmio, dunque, sarà sui trasporti. «A viaggiare sui camion sarà una maggiore percentuale di materiale che verrà realmente conferito – continua Angelini – Ma al contempo sarà migliorata la qualità di questi trattamenti, perché gli impianti mobili garantiscono il rispetto dei tempi richiesti dagli stessi con la conseguenza di rendere il rifiuto meno inquinante».
*Aggiornamento del 8 agosto 2018:
A differenza di quanto erroneamente riportato in un primo momento la Ecoambiente Italia srl non ha nulla a che fare con la signora Maria Grazia Di Francesco, che è invece titolare di un’altra società, la Ecoambiente srl e in questa veste risulta tra gli indagati dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti speciali a Camastra.
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