Rifiuti, promossa con riserva la riforma del governo Anac: «Due mesi di tempo per superare le criticità»

La riforma dei rifiuti targata Crocetta e Contrafatto non è complessivamente da buttare, nonostante gli Ato siano troppi e la fase di transizione sia «interminabile». È questa, in sintesi, la valutazione del disegno di legge che traccia i contorni del nuovi sistema dei rifiuti in Sicilia, da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione. La verifica è arrivata a seguito di numerose segnalazioni ed è finalizzata a verificare «fenomeni distorsivi» del sistema.

Nel corso dell’indagine sono stati sentiti l’assessore regionale all’energia, Vania Contraffatto, che ha segnalato il fenomeno dei Comuni (che in regime di proroga affidano il servizio sempre alle stesse ditte); e il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, che ha sottolineato come la permanenza delle Autorità d’ambito (Ato) e l’assenza di un piano regionale dei rifiuti, favoriscano «condizioni di oligopolio».

Raffaele Cantone nella sua relazione evidenzia intanto il numero eccessivo di Ato anche nella nuova bozza pensata dal governo regionale. «Nell’individuazione dei nove Ato – si legge nella relazione – con i relativi enti di governo, il legislatore regionale ha applicato il criterio territoriale coincidente con quello delle ex province, disattendendo così sia l’indicazione contenuta nella diffida del governo del 7 agosto 2015 (non più di cinque ambiti), sia quella posta dal ministro dell’Ambiente nel rilascio dell’intesa (ambiti territoriali preferibilmente di dimensione ultraprovinciale)».

Nella relazione viene esaminata anche la riforma che la Regione varò nel 2010 e mise gli Ato in liquidazione: segnati da «logiche clientelari», la loro esperienza si è rivelata «disastrosa». Il quadro che la Corte dei conti tracciò sulla gestione 2007/2009 fu impietoso: costi lievitati, un’esposizione debitoria che sfiorava i 900 milioni di euro, incapacità di riscuotere i crediti, modestissima percentuale di raccolta differenziata. Eppure le competenze in capo agli Ato furono, nei fatti, prorogate e gli Ato ridotti a 18, ma non superati. Per Anac quella riforma si è rivelata contraddittoria e di difficile applicazione. E il numero eccessivo di soggetti titolari di competenze e funzioni ha prodotto e produce «rischi di paralisi decisionale». 

E la nuova riforma? Cantone rileva anche che «di fronte a un quadro istituzionale e a un assetto amministrativo sostanzialmente bloccati, l’Autorità valuta positivamente l’intervento legislativo regionale. Ciò che tuttavia preoccupa è il permanere di un’interminabile fase transitoria, posto che come già avvenuto in passato, anche l’attuale ddl garantisce, nella fase transitoria, la prosecuzione del servizio attraverso le Società d’ambito in liquidazione ma ancora operative».

L’autorità concede alla Regione due mesi di tempo per adottare iniziative «sulla dimensione degli Ato», «sulla costituzione ed effettiva operatività dei nuovi enti di governo per il servizio dei rifiuti», «sul sistema di affidamento delle procedure di gara», ma soprattutto sul regime transitorio. «L’incapacità – scrive Cantone – di gestire la fase transitoria completando il processo di liquidazione delle Società d’ambito rischia di pregiudicare l’implementazione del futuro sistema di governance». Rispetto al sistema di affidamento degli appalti, inoltre, l’autorità avverte: «Il permanere degli Urega provinciali rischia di provocare fenomeni di sovrapposizione di competenze».

Si dice soddisfatta Contrafatto, che assicura: «Accoglieremo i suggerimenti che vengono forniti per rendere più efficaci le nuove disposizioni». Secondo la titolare dell’assessorato ai Rifiuti, «il sistema in Sicilia sconta anni di gestioni disastrose, di scelte scellerate, di decisioni mancate. Nella risposta che elaboreremo nel giro di pochi giorni, spiegheremo le nostre scelte sugli Ato e illustreremo la riforma sugli Urega, dimostrando che la Sicilia è pronta a uscire da una fase transitoria infinita ma che adesso volge al termine».

Miriam Di Peri

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