È passato un mese esatto. Trenta giorni in cui a gestire la raccolta della spazzatura è l’azienda catanese Dusty. E se è vero che, come diceva la titolare a MeridioNews, «per costruire una masseria ci vogliono 45 giorni», per costruire una gestione efficiente dell’immondizia rimangono giusto due settimane. Negli uffici dell’Ecologia di via Pulvirenti, intanto, qualcuno storce il naso e iniziano i botta e risposta tra Comune e azienda. «La gara ponte è migliorativa, non risolutiva», minimizza l’assessore Fabio Cantarella. Ridimensionando nettamente quella «rivoluzione» di cui si era parlato a inizio appalto. Nei giorni scorsi, Palazzo degli elefanti ha inviato all’impresa etnea due note – una delle quali costituiva il secondo richiamo – per chiedere due documenti ufficiali: il piano operativo e l’elenco dei mezzi in servizio. Il primo è stato inviato nei giorni scorsi, il secondo dovrebbe arrivare, stando a quanto dicono da Dusty, al più tardi in giornata.
In base a quanto previsto dal capitolato speciale d’appalto della gara ponte, il piano operativo dovrebbe essere consegnato entro 28 giorni «dall’avvio a regime di tutti i servizi». «Ed è cosa diversa rispetto al cronoprogramma allegato all’offerta tecnica presentata in sede di gara», chiarisce Federico Magnano San Lio, direttore tecnico di Dusty. Rimane il fatto, però che – sempre sulla scorta della documentazione ufficiale – «vigilanza e controllo» possono avvenire solo se tra i documenti a disposizione del Comune c’è anche il piano operativo. Altrimenti come fanno gli uffici a verificare che tutto stia avvenendo a regola d’arte e che non debbano essere emesse sanzioni? Allo stato attuale, secondo quanto si apprende, sono diverse le contestazioni mosse dagli uffici all’appaltatrice. Osservazioni che, al momento del pagamento della prima fattura, potrebbero trasformarsi nelle ormai famose penali.
«È necessario fare dei distinguo sul servizio di igiene urbana a Catania – comincia Cantarella – Riteniamo soddisfacente quanto si sta facendo con il porta a porta, certamente non possiamo dire altrettanto dello spazzamento e dell’eliminazione delle micro-discariche sul territorio». Tutti accumuli di spazzatura che si creano nel corso delle giornate sia in corrispondenza dei cassonetti dell’immondizia sia in punti in cui, invece, i rifiuti non dovrebbero starci mai. A questo si aggiunge la sostituzione o l’implementazione, che dovrebbe essere attualmente in corso, dei cassonetti danneggiati o rotti. Secondo diverse testimonianze arrivate a questa testata, i cassonetti della differenziata sono stati a volte sostituiti con quelli, tutti neri, che riportano la dicitura «rifiuto non differenziabile». «Stiamo installando i cassonetti nuovi – sostiene Magnano San Lio – Molti erano usurati e non più utilizzabili. Fino a questo momento, è stata fatta una verifica su circa 5500 cassoni, includendo anche le sostituzioni». La strada, però, è ancora lunga: «Le campane del vetro, quelle rotte, devono essere cambiate con campane nuove e ci stiamo occupando anche di questo».
La colpa degli accumuli, secondo la ditta, è da attribuirsi più che ai disservizi all’inciviltà dei cittadini e ai mancati controlli. «Noi passiamo al mattino, in alcune zone anche due volte al giorno, e lo facciamo per amore della città. Ma se i cassonetti vengono riempiti nel corso della giornata noi non possiamo farci nulla». Anche perché troppo al di là del capitolato d’appalto non si può andare. Ed è lì che si fa riferimento alla «frequenza minima» di spazzamento e raccolta per com’è stata prevista nel piano di intervento. Ma è sempre lì che si parla anche di diecimila tra compostiere e cestini in ghisa che l’appaltatrice dovrebbe fornire a cittadini e Comune.
«Un lieve miglioramento rispetto alla situazione precedente, a mio avviso, c’è stato – interviene ancora l’assessore Fabio Cantarella – So, però, che non è il meglio: le cose cambieranno quando faremo il porta a porta in tutta la città e quando i mastelli avranno il loro codice, tramite il quale sarà possibile risalire direttamente a chi sbaglia la raccolta e multare i cittadini che sbagliano». Tutte promesse che guardano alla gara settennale, di cui ancora non c’è traccia. Il nuovo bando dovrebbe essere predisposto dalla Srr di Catania, la società regionale che si occupa della regolamentazione dei rifiuti. Una volta pronto, si vedrà se stavolta le imprese del settore decideranno di partecipare o se, ancora, diserteranno l’appuntamento con il maxi-appalto.
Nel frattempo il tempo passa e il rischio, ancora, è che il Comune sia costretto a prorogare la gara ponte, come già avvenuto per un anno con il consorzio Seneco. Il raggruppamento d’imprese tra Senesi ed Ecocar che, nel periodo in cui ha gestito la spazzatura all’ombra dell’Etna, ha dovuto fare i conti con le inchieste giudiziarie e, in qualche caso, con le condanne. Intanto Ecocar è uscita dalla porta ed è rientrata dalla finestra: Energetikambiente, l’impresa che divide con Dusty la gestione della spazzatura, ha affittato dall’azienda romana il capannone alla zona industriale e diversi mezzi. A confermarlo, oltre che il direttore tecnico di Dusty, è anche il patron di Ecocar Antonio Deodati, che recentemente ha patteggiato una condanna a tre anni e qualche mese per l’inchiesta Garbage affair sulla corruzione. Di Seneco, poi, rimangono anche altri strascichi: gli stipendi per i 16 giorni di settembre che non sono ancora stati versati ai lavoratori. Con le conseguenze che i cittadini rischiano di vedere per le strade a breve.
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