Rifiuti, in quattro province stop ai commissari straordinari Agli enti locali la gestione di impianti, raccolta e personale

Stop ai commissari nelle Societa per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti inadempienti. Lo ha deciso l’assessorato regionale per quei territori che, a distanza di nove anni dalla riforma che cancellava gli Ato e istituiva le Srr, non hanno ancora messo in atto quanto previsto. I destinatari sono i Comuni che ricadono nella Srr Agrigento Provincia Ovest, Srr Agrigento Provincia Est, Srr Messina Area Metropolitana, Srr Palermo area metropolitana, Srr Palermo Provincia Est e Srr Ragusa provincia.

«Un provvedimento necessario e propedeutico al ripristino di una normale funzionalità dell’organizzazione delle Società che nel tempo si sono rilevate, in gran parte, fallimentari – afferma il presidente Nello Musumeci – Se nei prossimi giorni, inoltre, l’Ars varerà il progetto di riforma del governo in materia di rifiuti metteremo i sindaci nelle condizioni di lavorare con responsabile protagonismo».

Dove i Comuni non hanno mai costituito le Srr, la Regione finora ha dovuto ricorrere alla nomina di commissari straordinari affidando poteri speciali per la gestione del servizio. Il 31 marzo, però, scadrà l’ennesima ordinanza presidenziale e per legge non potrà essere prorogata. «Riportiamo – spiega l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon – la gestione dei rifiuti ai territori, compiamo un altro passo avanti per far uscire definitivamente la Sicilia da una perenne emergenza, nella piena condivisione delle responsabilità e garantendo la tutela del personale».

In sostanza in quattro province dal primo aprile non sarà più operativa la figura del commissario straordinario, con un vuoto che rischia di causare problemi nei territori. Nell’ordinanza firmata da Pierobon e dal dirigente generale Salvo Cocina si danno alcune precise indicazioni, ma resta da vedere se i Comuni inadempienti sapranno attuarle. 

In particolare, nella Srr Agrigento Provincia Ovest «occorre garantire Ia gestione dell’impianto di compostaggio e della discarica di Sciacca, in esercizio per i soli rifiuti speciali, non essendo ancora stato individuato il gestore»; nella Srr Messina Area Metropolitana «occorre garantire il prosieguo del servizio in diversi Comuni dell’ex Ato ME 4 (poiché ad oggi sia la Srr che i Comuni non hanno definito la procedure di gara) con personale e mezzi della stessa società d’ambito»; nella Srr Palermo Area Metropolitana «occorre garantire il prosieguo dell’utilizzo del personale dell’ATO PA 1 e dell’ATO PA 4/Coinres da parte dei Comuni. ln particolare, si segnala che, essendo la Società d’ambito PA 1 fallita, ad oggi il Tribunale fallimentare ha autorizzato la prosecuzione della gestione in capo al commissario straordinario: occorre, pertanto, anche sotto detto profilo, garantire con differente modalità la gestione, al fine di ottenere ulteriore autorizzazione da parte del Tribunale fallimentare»; nella Srr Palermo Provincia Est «occorre garantire la prosecuzione del servizio di raccolta in diversi Comuni dell’ex ATO PA 5 e in alcuni Comuni dell’ex ATO PA 4, nonché la prosecuzione della gestione dell’impiantistica nell’ATO PA 5 (impianto di compostaggio) e dell’ATO PA 6 (discarica)»; infine nella Srr Ragusa Provincia, «occorre garantire la regolare prosecuzione della gestione degli impianti TMB/discarica, nelle more dell’individuazione del soggetto gestore». 

La Regione chiama in causa anche i sindaci metropolitani di Palermo e Messina, Leoluca Orlando e Cateno De Luca, e i commissari dei liberi consorzi di Agrigento e Ragusa, perché «vista l’estensione territoriale del servizio», sono loro a essere chiamati a emanare le ordinanze necessarie.

«Questo percorso – aggiunge l’assessore Pierobon – garantisce la salvaguardia del personale delle società d’ambito in liquidazione che non è ancora transitato nelle Srr per i ritardi accumulati negli adempimenti di leggi. Il percorso individuato può inoltre garantire la continuità del servizio scongiurando interruzioni, in quanto il commissario potrà avvalersi, così come già fatto dal commissario straordinario regionale, non solo del personale ma anche dei mezzi, delle attrezzature e degli impianti attualmente utilizzati o gestiti a qualunque titolo da consorzi e società d’ambito».

Salvo Catalano

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