Ricordando Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo

ABBIAMO PRESO DA FACEBOOK LA RIFLESSIONE DI UN BRAVO E APPASSIONATO DIRIGENTE DELLE ACLI PER RICORDARE LA STRAGE DI VIA CARINI AVVENUTA IL 3 SETTEMBRE DEL 1982

di Toni Costumati

Il 3 settembre del 1982 veniva ucciso in via Pasquale Calvi il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie, Signora Setti Carraro e l’agente Domenico Russo.

Ero, da poco, stato eletto segretario regionale dei giovani delle ACLI e componente dei vari coordinamenti e movimenti antimafia ci attivammo per esprimere con forza lo sdegno e la rivolta dei tanti siciliani onesti che gridavano no alla mafia e a tutte le violenze. Le iniziative antimafia in quel tempo erano prevalentemente organizzate da ambienti della sinistra palermitana e siciliana e dall’area cattolica rappresentata da noi delle ACLI, dall’AGESCI, da Città per l’Uomo, dalla Fuci di Luigi Gerbino e Peppe Lumia, o dai giovani di Azione Cattolica e Centro Diaconale della Noce di Luciano D’Angelo, nonché da ambienti della sinistra DC morotea come il gruppo politica giovani di Manlio Mele, Alessandra Siracusa, Gaetano Armao (molto prima della sua folgorazione berlusconiana) o gli attivisti del Centro Mariano Olivetti, come Andrea Piraino, Angelo Cuva ed altri che non ricordo in questo momento.

Ricordo che come esponenti del movimento cattolico contro la mafia lavorammo, l’anno successivo all’efferato delitto di Dalla Chiesa, ad una manifestazione di chiara espressione cristiana. D’intesa con la Curia palermitana, non senza qualche perplessità di taluni ambienti curiali del tempo, noi chiedevano una concelebrazione, in via calvi, di tutti i parroci della diocesi, ci fu accordata una liturgia della parola, ma fu lo stesso un emozionante momento di rivolta contro le mafie ma con …la preghiera.

Ricordo che questa iniziativa, che raccolse più di 5000 persone davanti al palco dove ci alternavamo con canti e preghiere tutti gli esponenti delle organizzazioni citate, “costrinse” la DC palermitana del tempo, Sindaco in testa, a improvvisare un corteo dalla vicina Via La Lumia per partecipare a questa nostra veglia e liturgia della parola.

Ricordo tutto questo pensando che dopo Dalla Chiesa toccò a tanti, troppi eroi del nostro tempo, dovere cadere per mano della vile e sanguinaria mano mafiosa. E penso, leggendo le cronache del tempo attuale, che il sacrificio di questi nostri fratelli ancora non è stato risarcito e che la società ancora subisce il ‘pizzo’, ancora subisce la malapolitica spesso connivente, ancora subisce un controllo del territorio per attività illegali come lo spaccio.

“Un giorno questa terra sarà bellissima”. Questo non era solo il sogno di Paolo Borsellino, ma di tutti i Siciliani onesti che per questa terra continueranno a battersi.

Redazione

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