Richard Gere sale a bordo di Open Arms e porta cibo Sbarca pure chef Rubio. Attivisti dormono sul sagrato

«Richard Gere ci ha raggiunti a Lampedusa per dare il suo sostegno al nostro equipaggio e a tutte le persone a bordo». A comunicarlo con una nota è l’ong spagnola Open Arms che lo scorso 1 agosto ha salvato nel Canale di Sicilia 121 persone che si trovavano su due imbarcazioni alla deriva

«Finalmente una buona notizia. Il cibo arriva a Open Arms e abbiamo un compagno d’equipaggio eccezionale», scrive sui social network l’ong mostrando le foto dell’attore statunitense che porta viveri a bordo. La nave da otto giorni si trova in mare, a 30 miglia da Lampedusa, e non ha ottenuto nessuna autorizzazione ad approdare. Sull’isola, intanto, è arrivato anche Gabriele Rubini, in arte chef Rubio, pure lui attivista e sostenitore della missione di soccorso della ong spagnola. 

L’attore statunitense, arrivato sull’Isola ieri pomeriggio, domani mattina parteciperà alla conferenza stampa prevista all’aeroporto dell’isola e chiederà per la nave, con i migranti a bordo a corto di viveri e acqua, un porto sicuro. Alla conferenza stampa saranno presenti anche il fondatore di Open Arms Oscar Camps e il presidente di Open Arms Italia Riccardo Gatti. L’attivista per i diritti umani era già stato a Lampedusa anche nel giugno del 2016 quando, appena sceso dall’aereo, volle subito incontrare gli ospiti dell’hotspot. 

«Il sentimento che prevale è la vergogna – scrivono dall’ong in un post sulla pagina Facebook – Vergogna per un’Europa che lascia 121 persone in mezzo al mare per otto giorni mentre un gruppo di volontari coraggiosi fa di tutto per rendere la vita a bordo tollerabile». Open Arms, due giorni fa, ha anche annunciato un ricorso al tribunale dei minori di Palermo per fare in modo che intervenga disponendo lo sbarco dei 32 minorenni a bordo e nominando dei tutori per i minori non accompagnati. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a ribadire la linea dura, forte anche dell’approvazione del decreto Sicurezza bis. «Si ricordino che per loro le acque territoriali sono chiuse e siamo pronti a sequestrare la nave. Abbiamo scritto al governo spagnolo di farsi carico degli immigrati a bordo della Open Arms».

Intanto, gli isolani e gli attivisti ha ricominciato a dormire sul sagrato della parrocchia di San Gerlardo, avvolti nelle coperte termiche. Quella scorsa è stata la seconda notte consecutiva, «per tenere accese le luci e indicare la giusta rotta e per esprimere vicinanza alle persone a bordo della Open Arms». Come era accaduto a giugno in solidarietà alla Sea Watch. L’appello che arriva dal Forum Lampedusa solidale è di «accendere e tenere accesa una lanterna durante la notte per manifestare la propria solidarietà ai passeggeri e all’equipaggio della Open Arms e di organizzare iniziative analoghe anche nel resto d’Italia». 

Marta Silvestre

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