«Non dobbiamo lasciare soli i ragazzi che pensano che la droga sia un modo per affrontare la vita, una possibilità per superare momenti difficili o per aumentare lo sballo di una serata qualsiasi». Lo scrivono, in una lettera pubblicata su Facebook, i genitori di Keila Campo, la 30enne di Ribera (in provincia di Agrigento) che è morta per overdose.
Il suo corpo senza vita è stato ritrovato giovedì scorso nella casa di campagna della famiglia. Accanto al cadavere, i carabinieri hanno ritrovato una siringa, 60 grammi di cocaina e alcune banconote. Le indagini per provare a risalire a chi ha venduto la dose fatale di droga alla giovane sono coordinate dalla procura di Sciacca. Oggi a Ribera è il giorno dei funerali laici di Keila Campo: la cerimonia si terrà al palazzetto dello sport.
«La nostra comunità è scossa da questa tragedia, ci stringiamo attorno ai suoi familiari, tutti noi siamo chiamati a riflettere», ha detto il sindaco Matteo Ruvolo. Keila Campo è la terza vittima per overdose in pochi anni nella cittadina dell’Agrigentino. Un problema che, nel recente passato, ha visto il sacerdote riberese don Antonio Nuara fondare un centro di ascolto per famiglie. Da martedì l’associazione Ribera Lab promuoverà dei cicli di incontri mensili, coinvolgendo genitori di ragazzi tra i 14 ei 19 anni, alla presenza di due psicologhe.
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