Bazar. Così è stata denominata l’operazione dei carabinieri della compagnia di Sciacca che ieri sera, durante un blitz, arrestato quattro spacciatori che avrebbero venduto droga anche a dei minorenni. Per altre tre persone è scattato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
L’operazione
Bazar ha stroncato sul nascere l’attività di spaccio di droga che sarebbe stata gestita da un gruppo composto da riberesi e tunisini. Adesso sono accusati, a vario titolo e in concorso, di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di arma da sparo. La sostanza acquistata nella piazza di Palermo, sarebbe poi stata trasportata in auto all’interno di vani creati ad hoc oppure da corrieri che si muovevano su autobus di linea. Al telefono gli acquirenti avrebbero fatto gli ordini ai pusher. Questi poi, di volta in volta, avrebbero dato indicazioni sul luogo e l’orario dello scambio.
Gli incontri avvenivano vicino a qualche
bar del centro storico, lo scambio poi in qualche vicolo secondario. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo criminale sarebbe stato in grado di soddisfare anche richieste di grandi quantitativi. Con una sorta di formula “soddisfatti o rimborsati“: in caso di un cliente non contento della qualità, sarebbero riusciti addirittura a risarcirlo, sostituendola con un’altra di diverso tipo.
Al vertice del gruppo ci sarebbero stati due soggetti di origine tunisina. Sarebbero stati loro a occuparsi di o
rganizzare i viaggi a Palermo per rifornirsi della sostanza, in base alle necessità dei clienti, incaricando i pusher di recuperare la droga e portarla a Ribera. Un giro d’affari che, secondo gli inquirenti, avrebbe portato a un ricavo netto – dalla vendita di droga – tra i 5000 e i 6000 euro a settimana.
L’indagine ha permesso di appurare che, in un caso, uno degli spacciatori avrebbe
costretto con violenze e minacce un soggetto di Ribera a consegnare l’auto a garanzia dei soldi dovuti in cambio della droga. Uno degli arrestati, inoltre, aveva nella propria disponibilità un’arma da sparo.
Circa quaranta militari, una decina di pattuglie e due unità cinofile hanno partecipato al per la ricerca di sostanze stupefacenti. Intanto, un elicottero ha seguito e controllato gli spostamenti degli obiettivi in ogni fase dell’operazione. Pedinamenti e intercettazioni, avviati dall’aprile del 2019 dalla tenenza di Ribera, hanno permesso di accertare come il sodalizio criminale gestisse lo spaccio di marijuana, hashish e cocaina per poi rivenderle a clienti locali, talvolta anche minorenni. Proprio dalla varietà dell’offerta di droghe diverse nasce il nome Bazar che è stato dato all’operazione.
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