Qualche mese fà, all’indomani dell’aggressione di un rottweiler ad una turista spagnola (al mercato del Capo di Palermo), abbiamo scritto un articolo che ha scatenato reazioni furiose (come potete leggere dai commenti). Da parte di molti animalisti da salotto (alla Licia Colò, per intenderci) di molti ‘benpensanti, di qualche sincero cinofilo e pure di qualche ‘scienziato/a’ che, addirittura, sempre in forma anonima, ha minacciato di denunciarci all’Ordine dei giornalisti.
Cosa abbiamo scritto? Che i rottweiler sono animali pericolosi, soprattutto per i bambini. E, che a nostro avviso, la passione dei genitori per gli animali, non dovrebbe mettere a rischio la vita dei figli. Ognuno, in teoria, è libero di tenersi in casa pure un leone. Ma non quando ci sono bimbi di mezzo.
Tantissimi fatti di cronaca, purtroppo di danno ragione. Con buona pace dei sedicenti etologi. Che raccontano casi di felice convivenza tra cani potenzialmente pericolosi e figli. Noi siamo contenti per loro, ma esporre i bambini a questo rischio non dovrebbe essere ammissibile.
Ennesima prova il bimbo di 8 anni aggredito a Terrasini dal rottweiler di casa, e che ora lotta tra la vita e la morte nel reparto rianimazione di Villa Sofia.
Quando guarirà (cosa per cui stiamo pregando tutti) andatelo a raccontare a lui che i rottweiler sono cani domestici.
E, perfavore, non ci riproponente la solita manfrina secondo cui tutto dipende dall’educazione. Sarà pure così. Resta il fatto che non è giusto fare esperimenti di etologia sulla pelle (e sulla vita) dei bambini.
Rottweiler, pericolo pubblico da bandire
Una patente per i rottweiler
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