Censimento suolo, il Comune dà i dati del ’69 Salviamo il paesaggio: «Informazioni inutili»

«Chi concede concessioni edilizie senza conoscere il territorio è come un medico che prescrive un farmaco senza visitare il paziente». Valentina Vella, referente catanese del forum nazionale Salviamo il paesaggio, ha inviato a febbraio ai comuni di tutta Italia un questionario tecnico sul quale effettuare un primo censimento degli edifici sfitti nei vari territori comunali. Un questionario compilato anche dall’ufficio Prg pianificazione Urbanistica del Comune di Catania, che pochi giorni fa ha restituito il documento al mittente, ma con solo nove dei trentadue quesiti compilati, in gran parte con dati risalenti al vecchio piano regolatore Piccinato del 1969. «Dati perfettamente inutili», per l’associazione ambientalista che tramite l’urbanistica partecipata si propone di salvaguardare le città italiane dal «consumo del suolo», ovvero dalle nuove edificazioni quando sono già presenti edifici preposti allo stesso scopo ma non più utilizzati. Per la propria attività di informazione ai cittadini, dunque, «utilizzerà i dati Istat, al momento gli unici attendibili in nostro possesso», spiega la referente catanese.

«Ci aspettavamo dal Comune una scheda piena di risposte tecniche dettagliatissime», spiega Vella che nei giorni scorsi ha inviato a palazzo degli Elefanti una risposta, contenente una richiesta di moratoria sull’edificazione di nuovi edifici, oltre a quella di «destinare le risorse per i grandi progetti Pua, Prusst, Corso Martiri e viabilità di scorrimento Europa-Rotolo, a piani di sviluppo volti alla tutela del patrimonio architettonico già esistente». L’ufficio pianificazione urbanistica, peraltro, è lo stesso ufficio che si sta occupando di redigere il nuovo piano regolatore, arrivato a una fase avanzata dell’iter di approvazione. E proprio in questo periodo i tecnici sono impegnati nell’illustrare il complesso piano ai membri della commissione Urbanistica del Consiglio comunale. «Allo stato attuale, crediamo che il piano regolatore non potrà essere mai approvato in tempi brevi, non essendoci dati dettagliati sui quali lavorare», commenta Vella. Secondo cui, con il vecchio piano regolatore del 1969 scaduto, è preoccupante «il fatto che il Comune ormai da decenni conceda concessioni edilizie in deroga».

La scheda compilata

Pochissimi gli elementi utili ricavabili dalle schede compilate dai tecnici comunali: nel Comune di Catania sono 1104 gli ettari di superficie coperta occupati dagli edifici, strade escluse, mentre ben 1407 ettari sarebbero quelli previsti per il verde pubblico, ma appena 93 gli ettari già disponibili. «Il dato sul verde preventivato è teoricamente positivo, ma non ha nessun valore se non si scrive chiaramente se sono parchi o semplici aiuole», continua Vella. Secondo cui un altro dato controverso è quello relativo alla previsione di crescita della popolazione, sul quale si calcolano le esigenze secondo gli standard urbanistici della popolazione. «Attualmente Catania è sotto il livello minimo di nove metri quadri di verde per abitante stabilito per legge – spiega la referente – Ma dalla scheda  non si capisce se anche il nuovo piano regolatore sarà basato come il precedente su una previsione di crescita della città fino a 500mila abitanti. In realtà sono decenni che la popolazione scende».

Una popolazione che, secondo i dati Istat forniti dal forum Salviamo il paesaggio, è scesa da 412mila abitanti del 1969 agli appena 293mila del 2011. Mentre il consumo del suolo continua a crescere: Catania è stata la provincia siciliana che ha rilasciato più permessi per costruire fabbricati e abitazioni residenziali per una superficie di 927.281 metri cubi e 283.246 metri quadrati contro i 757.945 e i 230.021 di Palermo. «Bisogna dire ai cittadini che ci sono già abbastanza case per tutti e avviare una pianificazione urbanistica partecipata», spiega Vella.

Per attuare il piano di salvaguardia nel nuovo piano regolatore, Salviamo il paesaggio chiederà nuovamente al Comune di Catania di compilare le schede in modo completo. «Per il momento attendiamo una risposta alla nostra lettera pubblica da parte dell’Amministrazione, ma a breve andremo a depositare la petizione firmata dai cittadini sul censimento degli edifici della città di Catania, e l’amministrazione sarà obbligata a rispondere», conclude Vella. Perché, secondo lo statuto comunale, bastano le firme di 500 cittadini perché ci sia l’obbligo di affrontare il tema da parte delle istituzioni cittadine.

Leandro Perrotta

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