Cronaca

Rita Atria, riaprire le indagini contro ignoti «per cercare la verità»: ipotesi istigazione al suicidio o omicidio

Dal registro di notizie che non costituiscono reato a quello di notizie di reati contro ignoti. Un passaggio che sembra un tecnicismo ma che potrebbe cambiare la storia della morte di Rita Atria. La più giovane testimone di giustizia italiana (originaria di Partanna, nel Trapanese, e figlia e sorella di mafiosi) che si sarebbe suicidata lanciandosi da una finestra di una casa a Roma, il 26 luglio del 1992, ed è considerata la settima vittima della strage di via d’Amelio. Un caso rimasto ancora senza verità. Adesso, la sorella Anna Maria Atria e l’associazione antimafie Rita Atria chiedono alla procura di Roma «la trasmigrazione dell’istanza di riapertura delle indagini dal registro delle notizie non costituenti reato al registro delle notizie di reato contro ignoti». Che poi si può ipotizzare l’istigazione al suicidio o addirittura omicidio.

È stato l’avvocato Goffredo D’Antona a depositare l’atto «propedeutico all’avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale di Roma, in caso di perdurante inerzia da parte della procura». In effetti, sarebbero ancora tanti i punti della vicenda su cui fare luce: ci sono nomi rimasti senza voltiimpronte senza mani e oggetti senza proprietari. «Allo stato attuale – sottolinea il legale – l’iscrizione al registro delle pseudonotizie di reato dell’istanza di riapertura delle indagini presentata dall’avvocato della sorella di Rita Atria nel giugno del 2022, oltre a essere processualmente non corretta, non consente un’indagine approfondita degli elementi che gettano luce su omissioni e criticità di chi aveva la responsabilità di gestire la protezione della giovane testimone di giustizia che si era affidata al giudice Paolo Borsellino».

Il tasso alcolico elevato emerso da una recente consulenza medico-legale; un’unica impronta trovata in tutta la casa, e precisamente sul davanzale della finestra al settimo piano di via Amelia da cui sarebbe precipitata la giovane testimone di giustizia; un orologio maschile fotografato sul frigorifero ma poi non sequestrato e non repertato; una rubrica telefonica di Rita Atria portata via dall’appartamento da un commissario di polizia rimasto ignoto. «Le indagini dell’epoca – ne è convinto l’avvocato D’Antona – sono incomplete con passaggi e scelte investigative inspiegabili». Una tesi che poggia su diversi elementi evidenziati nell’esposto e in altre due integrazioni presentate al pubblico ministero. «Adesso – conclude il legale – la palla passa alla procura di Roma, alla quale spetta il compito di ricercare la verità per una vulnerabile minore che per la giustizia ha dato la propria vita».

Marta Silvestre

Recent Posts

Tutti i viaggi dell’auto blu di Miccichè: dalla festa alle cure della gatta Paki. Sulle tracce del lampeggiante scomparso

«Un quadro desolante». È così che il gip Rosario Di Gioia sintetizza quanto emerso nel…

3 ore ago

Quanta ipocrisia su Miccichè: cari politici, ecco 3 motivi per cui dovreste drogarvi (di più)

Non vorremmo istigare a delinquere, così, per l’acquisto della cocaina, politici siciliani, fateci una cortesia,…

12 ore ago

Voli sospesi in alcune fasce orarie all’aeroporto di Catania

Nei giorni 21, 22, 23, 28, 29, 30 maggio durante la fascia oraria 00.30-6, e…

12 ore ago

Bici elettriche truccate e non a norma, sequestri e multe della polizia a Catania

Sequestrate 14 biciclette elettriche truccate e multe per i proprietari di altre 22. Sono i…

13 ore ago

Missioni fantasma e giocate al Bingo mentre era al lavoro. Le accuse all’autista di Gianfranco Miccichè

False attestazioni per missioni mai effettuate, ma comunque rimborsate con i soldi dei contribuenti. Presenze…

15 ore ago

È ai domiciliari per estorsione, 63enne evade nove volte. Arrestato dai carabinieri, va di nuovo ai domiciliari

È ai domiciliari per estorsione ed evade nove volte. A San Piero Patti, in provincia…

15 ore ago