«Questa rete non è altro che la fotocopia della rete di Gucciardi, senza le integrazioni che ci saremmo aspettati e che i siciliani si aspettavano». Inizia così, il lungo atto d’accusa del Movimento 5 Stelle, lanciato oggi in conferenza stampa all’Assemblea regionale a proposito della nuova bozza di rete ospedaliera targata Ruggero Razza che «non è ancora arrivata in commissione».
«Le notizie che abbiamo – ha detto Francesco Cappello, componente della commissione Sanità – arrivano dai sindacati, a cui l’assessore l’ha presentata, ma nessuna documentazione, ad oggi, è stata presentata all’Ars. Queste 19 pagine (la bozza al momento disponibile, ndr) ci dicono quello che nella rete ospedaliera non c’è, e sono state sottoposte non all’Assemblea, ma ai sindacati, che ci riferiscono che questo tavolo continuerà il 15 luglio, quando l’assessore prevede di portare la bozza in commissione».
«Inconcepibile», secondo i deputati 5 Stelle che «si possa apprendere la posizione di Razza dai lanci d’agenzia e a quelli poi bisogni replicare». Il riferimento è a una dichiarazione a margine di una conferenza stampa convocata per questa mattina, con cui Razza annunciava: «Fra qualche giorno, insieme al presidente della Regione, presenteremo il nuovo piano per la rete ospedaliera siciliana. Un lavoro di cui siamo orgogliosi e che, come avevamo detto, abbiamo portato a termine nei primi mesi di governo». «Abbiamo sanato alcuni processi – ha aggiunto – completato i percorsi con le università di Palermo, Catania e Messina, stiamo compiendo tutti gli atti necessari per poter trasmettere il piano alla commissione Sanità dell’Ars e poi al ministero entro la fine dell’estate». Ai Cinquestelle che annunciano battaglia sul nuovo piano definendolo una «truffa», Razza ha risposto: «In questi casi si conta fino a 10 e poi si evita di rispondere».
Ma i pentastellati a Sala d’Ercole non ci stanno, alzano la voce, ricordano neanche troppo velatamente a Razza che a Roma troverà un ministro pentastellato (Giulia Grillo) con cui confrontarsi e che «il Movimento non può essere estromesso da questa rete, che non è solo del governo regionale o della maggioranza, ma di tutti i siciliani». «Impossibile – accusano ancora – entrare nel dettaglio dei reparti tagliati o mantenuti, perché quel livello e quelle tabelle non si trovano ancora nella bozza. Qualcosa si evince, ma non c’è un quadro organico. Una rete ospedaliera non si realizza senza confronto con i territori, i sindaci e la stessa commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana».
I territori sono poi il filo conduttore della maggioranza delle critiche mosse alla bozza, a partire dalla «concezione ospedalocentrica» della rete, che «non tiene conto dell’esigenza di potenziare la medicina del territorio». «In tutto questo si perde ancora tempo – ha concluso Cappello – e quel cronoprogramma che imponeva una importante tappa nell’applicazione della rete a dicembre 2017, slitta ancora a luglio 2018, per finire al ministero, bene che vada, a fine estate. Ed essere attuata verosimilmente a fine anno. Dimenticando quella parolina magica che risponde al nome di concorso. Io non so che cosa rimarrà tra un anno di questa sanità che ha urgente bisogno di nuovi personale sanitario. E non si capisce in che modo i nostri pazienti dovrebbero non scegliere la sanità privata o la mobilità passiva verso altre Regioni».
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