“Stiamo ridiscutendo proprio in questi giorni il vecchio accordo commerciale stipulato tra Caracciolo e Ciancio”. Questa era stata la risposta che Ezio Mauro, attuale direttore di Repubblica, aveva dato alle domande di Step1 in occasione del Festival Internazionale di giornalismo tenutosi a Perugia nello scorso aprile. Oggi Sebastiano Messina, catanese, neo sostituto di Enzo D’Antona a capo della redazione palermitana di Repubblica, ci informa che la discussione si è conclusa e che probabilmente già da fine mese potremo leggere l’edizione “palermitana” anche a Catania. Una novità che era stata anticipata già a fine luglio dall’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco. Ma non si avevano ancora conferme dall’interno del giornale, né si aveva notizia di quando sarebbe iniziata la distribuzione.
L’edizione in questione si chiama “Repubblica Palermo”, ma in realtà è distribuita anche nelle province di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Enna, Messina. Fino ad oggi, la sua vendita è “vietata” nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa, territorio del quotidiano “La Sicilia” il cui editore, Mario Ciancio, è anche lo stampatore di Repubblica in Sicilia. Si è creato così un paradosso: dalle tipografie di Ciancio, a Catania, esce un’edizione di Repubblica con pagine siciliane. Ma essa non è mai stata venduta nelle edicole di Catania. Un catanese, se volesse leggerla, dovrebbe fare ogni giorno un salto dalle parti di Taormina.
Sono stati in molti, a riguardo, ad alzare la voce. Per esempio Roberto Natale, presidente del sindacato dei giornalisti, e Libera Informazione. Proprio quest’ultima, lo scorso inverno, aveva lanciato la proposta di un esposto all’Antitrust contro la mancata diffusione dell’edizione siciliana di Repubblica a Catania e il conseguente quasi monopolio dell’informazione in mano a “La Sicilia” di Ciancio. Tale esposto, però, non è stato presentato. “Ci sono stati dei segnali indubbiamente positivi tali da farci ritenere che qualcosa stesse cambiando” – spiega Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione. “Inizialmente ci trovavamo di fronte ad una totale chiusura da parte di Ciancio e l’esposto a cui avevamo pensato, preparato con l’aiuto della facoltà di Economia di Catania, aveva lo scopo di sollecitare una reazione mobilitante sulla questione”, aggiunge Morrione. E conclude: “Segnali positivi si avvertivano già prima del festival internazionale di Perugia, durante il quale l’intervento di Step1 ha avuto il merito di sollevare in pubblico la spinosa questione”.
Prima che Step1 “costringesse” Ezio Mauro a pronunciarsi pubblicamente sulla questione Ciancio-Repubblica, il tema era stato sollevato anche dall’inchiesta di Report su Catania andata in onda nel marzo scorso, suscitando lo stupore di molti lettori non siciliani del quotidiano romano. Ne era nata anche una raccolta di firme da parte di numerosissimi catanesi, cui il direttore Mauro non aveva però mai dato una risposta. Ad oggi dunque, nonostante il passare del tempo e le segnalazioni di una prossima revisione dell’accordo Caracciolo-Ciancio, non c’erano state notizie certe. Ma adesso arriva la conferma delle indiscrezioni dalle parole di Sebastiano Messina, che siamo riusciti a raggiungere ieri al telefono: “Credo proprio che già alla fine di questo mese potremo leggere l’edizione palermitana di Repubblica anche a Catania”. Poche parole, ma che arrivano dalla persona giusta. Appuntamento in edicola a fine settembre, dunque, per verificare se è davvero la volta buona.
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