«Non ci sarà nessuna premialità di cubatura: questa era prevista nella bozza, ma è stata cassata ascoltando le associazioni che abbiamo ricevuto il 17 gennaio». Era la maggiore critica al nuovo regolamento edilizio comunale redatto dall’amministrazione quella sulla possibilità di abbattere e ricostruire edifici con migliori caratteristiche energetiche, guadagnando un trenta per cento nei volumi. Ma l’assessore all’urbanistica del Comune di Catania Salvo Di Salvo, in assemblea pubblica a Cittàinsieme, mette fine a quelle che definisce solo «voci». E annuncia che il regolamento «redatto nel 1935 e modificato l’ultima volta nel 1964, è pronto per il voto al consiglio comunale». Anche per la sua portata storica, il documento è stato particolarmente discusso dalle associazioni di categoria e ambientaliste che, sostiene Di Salvo, «hanno contribuito a redigere un regolamento basato sulla partecipazione, con trasparenza nel rapporto tra professionisti e amministrazione». Il voto dell’assemblea, che si dovrebbe tenere il 14 aprile prossimo, dovrebbe servire solo a ratificare quanto messo per iscritto dalla giunta.
«Mi auguro che il testo rimanga così anche dopo l’approvazione consiliare», spiega l’ingegnere Alfio Monastra di Italia Nostra. Che fa un plauso al lavoro nell’amministrazione, «che nel testo ha introdotto due righe: le variazioni possono essere attuate solo dove indicato dallo strumento urbanistico esistente. Mettendo fine a qualunque interpretazione di tipo speculativo», spiega. Il riferimento è all’articolo dieci delle norme attuative del Piano regolatore Piccinato del 1964, che consentono nella zona del centro storico cittadina solo ristrutturazioni di carattere conservativo.
Tra gli intervenuti ieri sera all’incontro dell’associazione di società civile etnea – in larga parte tecnici che hanno seguito il percorso di costruzione della delibera – c’è soddisfazione per il risultato raggiunto, anche se non mancano le critiche. «La città non aveva bisogno di questo strumento tecnico. Serviva un Piano regolatore generale nuovo. Infatti l’assessore ha correttamente sottolineato che non si tratta di uno strumento urbanistico, e quindi di sviluppo», sottolinea l’architetto Angelo Ricceri. Il collega Aurelio Cantone sottolinea invece come «il limite alle ristrutturazioni conservative riguarda solo la zona A del centro storico. Quindi quella che va ad ovest di piazza Vittorio Emanuele».
«Di questi aspetti ci occuperemo nella variante per il piano regolatore per il centro storico, che stiamo elaborando dallo scorso ottobre», risponde Di Salvo. Mentre per il Piano regolatore generale, bisognerà aspettare «l’istituzione della città metropolitana, quindi tra dodici mesi», conclude l’assessore all’Urbanistica.
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