Registro unioni civili, l’opinione dei catanesi Tra disinformazione e pregiudizi, prevale il sì

«Da oggi la città di Catania è più civile, più tollerante, più aperta, più moderna». Con queste parole il sindaco etneo Enzo Bianco commenta l‘approvazione del registro delle unioni civili ieri in consiglio comunale. Dopo ore di assemblea, diversi assenti e una maggioranza spaccata, la giunta è comunque riuscita a mantenere una delle promesse elettorali fatte alla cittadinanza. Che però, in gran parte, non sa bene di cosa si tratti. Tra chi prende tempo e chi ammette apertamente di non avere idea di cosa sia il registro, sono in pochi a citare le parole diritti e libertà. Per spiegare di cosa si tratta e sentire tutte le posizioni al riguardo, la redazione di CTzen insieme all’associazione Città Insieme ha organizzato un incontro per questo pomeriggio alle 17.30 nei locali della web tv dell’ateneo di Catania (in via Umberto 285/A): parteciperanno Marco Consoli (vicesindaco e primo firmatario della mozione), Tommaso Auletta (ordinario di Diritto privato di Unict), Giuseppe Vecchio, docente universitario e membro del Laboratorio per la città nato in seno alla Diocesi etnea, e Alessandro Motta (rappresentante del Comitato civico per i diritti civili e presidente di Arcigay Catania).

Quello scelto dalla giunta è stato «l’approccio laico, e lo dico da cattolico praticante, che bisogna avere nel governare una città», spiega Marco Consoli. Un modo per garantire a tutti i cittadini il diritto di accedere ai contributi per l’affitto dell’alloggio, entrare in graduatoria per le assegnazioni delle case popolari ed avere notizie del/la partner ricoverato/a in ospedale. «A prescindere da sesso, etnia, religione, nazionalità e vincoli affettivi – continua il vicesindaco – Sarebbe intollerabile che, oggi, continuassero a esserci cittadini di serie A e di serie B». Il registro, dopo l’approvazione di ieri, sarà istituito entro due mesi dal momento in cui il regolamento sarà esecutivo. E cioè quindici giorni dopo la pubblicazione nell’albo pretorio della delibera approvata. Per iscriversi bisognerà essere residenti a Catania e abitare insieme da almeno un anno.

Ma prima ancora l’opportunità andrà spiegata ai catanesi. In troppi ancora convinti che si tratti di uno strumento utile solo alle coppie omosessuali. «Le unioni civili cioè quelle tra uomo e uomo, donna e donna?», chiede un cittadino ai nostri microfoni. «Per quelli dello stesso sesso penso sia sbagliato», gli fa eco un altro catanese. Da qui alla discussione sull’adozione da parte delle coppie omosessuali il passo è breve, nonostante di questa eventualità non ci sia traccia nel registro. «Si proteggono gli animali, gli omosessuali, tutti. Sì, ma noi etero?», chiede un altro cittadino. Tra chi invece ha le idee un po’ più chiare, le prime parole che vengono in mente per definire le unioni civili sono comunque matrimonio civile, anch’esso in realtà diverso dal registro.

«Ha vinto Catania e ha vinto la democrazia», commenta la presidente della commissione comunale Servizi sociali Erika Marco all’indomani dell’approvazione. E, nonostante la confusione sulla reale applicazione della delibera, il giudizio generale dei catanesi sembra comunque positivo. «Bisogna rispettare la libertà delle persone e avere una mentalità più aperta. Qui siamo ancora rimasti ai tempi del medioevo», commenta una donna. Anche perché, aggiunge un concittadino, «ognuno è libero di stare con chi vuole».

Salvo Catalano

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