Regione, rinnovi contrattuali: i dirigenti ‘ammuccano’, per tutti gli altri nulla

Sembra che la notizia sia ufficiale: i fondi per i rinnovi contrattuali dei dipendenti regionali sono stati sbloccati. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi, seppur informalmente, il ragioniere generale del dipartimento regionale Bilancio e Tesoro, Vincenzo Emanuele, durante una riunione con i sindacati.
I fondi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti regionali, dirigenti e non, erano postati in bilancio già dallo scorso anno, ma in modo virtuale. L’effettiva utilizzazione delle somme era stata vincolata dal governo presieduto da Raffaele Lombardo alla definizione della vicenda delle risorse Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) tanto attese dalla Regione siciliana.
La sottoscrizione dei contratti lascerà, però, molti dipendenti con l’amaro in bocca, mentre i dirigenti, a quanto sembra, avranno più di un motivo per festeggiare. Il contratto dei dirigenti, infatti, non viene rinnovato dal 2005 mentre quello per il comparto non dirigenziale dal 2007, motivo per cui ai dipendenti “gallonati” andranno aumenti medi mensili di 500 euro con relativi arretrati di 4 anni, mentre per la ‘truppa’ verranno riservati poco più di 40 euro al mese, ovviamente al lordo.
La notizia dello sblocco dei contratti sembra spaccare il mondo sindacale: almeno quello autonomo, perché i sindacati confederali sembrano mantenere uno strategico silenzio. Per il Sadirs, uno dei maggiori sindacati autonomi dell’amministrazione regionale, la notizia dello sblocco delle somme viene accolta come “una buona notizia”, mentre per il Cobas-Codir, il sindacato più rappresentativo nella Regione siciliana, la notizia “lascia indifferenti”.
“Anche se tale notizia avrà potuto mettere di buon umore qualcuno, – si legge in una nota della segreteria generale del sindacato – il Cobas-Codir, certo di interpretare il sentimento comune della stragrande maggioranza di lavoratori regionali, resta totalmente indifferente e ribadisce la volontà di volere rinnovare i contratti prevedendo all’interno, pregiudizialmente, una riclassificazione del personale che tenda a valorizzare tutti i lavoratori del comparto, nonché la creazione dell’area della vice-dirigenza, secondo quanto stabilito dalla sentenza del Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) colpevolmente non osservata ed applicata dal presidente Lombardo e dall’assessore-magistrato, Caterina Chinnici”.
Una dichiarazione, quindi, di assoluta indisponibilità al dialogo. “I dipendenti regionali – continua la nota del Cobas-Codir- hanno una loro dignità e possono permettersi, sia pure tra molteplici difficoltà, di continuare a fare a meno di 30 euro lordi di aumento al mese ai quali, fra l’altro, farebbero da contrappeso il riallineamento al contratto Regioni Autonomie Locali, una serie di istituti giuridici quali: l’erogazione del salario accessorio come previsto dalla legge Brunetta – 25-50-25, l’art. 47 – 3 giorni l’anno, la malattia, la mobilità ‘selvaggia’ e priva di criteri contrattati con le organizzazioni sindacali. I dipendenti, per questo, possono contare sulla solidarietà dell’intera categoria ed anche di una gran parte di dirigenza sana e pienamente cosciente che gli obiettivi, tanto necessari al rilancio dell’amministrazione, si raggiungono inevitabilmente tutti insieme”.
Insomma i Cobas-Codir non ci stanno e si dichiarano assolutamente indisponibili a sottoscrivere il contratto della dirigenza senza che venga data pari dignità ai rimanenti dipendenti. Si apre un nuovo scenario conflittuale? Vedremo. Intanto si attende che i confederali scoprano le loro carte.

Arnaldo De Louis

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