Da 12 giorni lo si trova al primo piano di uno stabile di via Ugo La Malfa, a Palermo, dove si trovano gli uffici del Servizio 7 del Comando del corpo forestale della Regione. Ma di lavoro, per l’ex comandante del distaccamento di Villagrazia Antonio Polizzi, ce ne sarebbe poco.
«Si cerca di capire di cosa si possa occupare, data la vicenda in cui è stato coinvolto», commentano dall’ufficio, senza nascondere un velo di imbarazzo. La questione, d’altronde, è particolare: ad aprile dello scorso anno, Polizzi è stato arrestato – insieme ad altri due funzionari – con l’accusa di prendere tangenti, in cambio della disponibilità di chiudere un occhio davanti ad abusi edilizi e quant’altro avrebbe dovuto invece attirare i controlli del corpo forestale.
Per lui, la Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio in un processo che lo vedrà accusato di corruzione, concussione, falso e truffa ai danni dello Stato. Secondo il procuratore aggiunto Bernardo Petralia e i sostituti Daniela Varone e Siro De Flammineis, Polizzi sarebbe stato il «dominus incontrastato e condizionante le attività del reparto», potere che il comandante avrebbe utilizzato con unico scopo, quello «di conseguire un tornaconto personale». Al punto da simulare un infortunio sul lavoro, così da ottenere un risarcimento dall’Inail.
A stabilire se tutto ciò sia realmente avvenuto saranno i giudici, con il processo che inizierà a breve nelle aule giudiziarie di Palermo. Nell’attesa, Polizzi è stato reintegrato alla Regione. A deciderlo, dopo la revoca dei domiciliari, è stato l’assessorato regionale alla Funzione pubblica. Che ha dato al dirigente generale ad interim del Comando del corpo forestale, Salvatore Giglione, il compito di assegnare Polizzi a uno degli uffici.
La scelta è caduta, come detto, sul Servizio 7. Quello che si occupa di gestione dei fondi comunitari nonché di pianificazione della campagna antincendio. Un settore che, a primo acchito, si direbbe delicato se si considera che tra le accuse mosse dalla Procura ci sarebbe anche quella di aver permesso a un operaio stagionale di percepire cinquemila euro per prestazioni antincendio mai effettuate. A riguardo, però, Giglione difende la propria decisione. «Polizzi si occuperà soltanto di attività amministrative, non avrà possibilità di gestire fondi – chiarisce il dirigente -. Ho scelto di inserirlo negli uffici regionali, per evitare che potesse continuare a operare sul territorio». Giglione, poi, spiega come in attesa del processo, il procedimento disciplinare sia stato sospeso. «Lo stabilisce il contratto collettivo regionale di lavoro», chiosa.
Nonostante le rassicurazioni del dirigente, dall’interno dell’ufficio arriva l’ammissione di come per adesso Polizzi non sia stato utilizzato. «Per ora non ha nessun carico di lavoro. La comunicazione del trasferimento è arrivata il 19 gennaio, e il giorno dopo Polizzi ha preso servizio, ma per ora non si sta occupando di nulla», commentano. Della sua presenza in ufficio, almeno formalmente, c’è già traccia sul sito del Corpo forestale: nella rubrica dei contatti – aggiornata proprio nel giorno in cui l’ex comandante è tornato al lavoro – c’è anche lui e il numero tramite cui lo si potrebbe contattare. Ma provando a telefonare, nessuno risponde.
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