Regionali, il destino dei sindaci nelle liste catanesi Poche conferme, delusioni, flop e consolidamenti

Nelle liste catanesi per le elezioni regionali erano molti gli amministratori locali. Il loro destino è disparato: c’è chi l’ha spuntata nella diffidenza generale, chi ha deluso le aspettative, chi è tornato all’Ars in maniera prevedibile. Passiamo in rassegna i risultati di sindaci ed ex sindaci del Catanese. Da Belpasso a Tremestieri Etneo, passando per Adrano e Motta Sant’Anastasia.

Torna tra i banchi dell’Ars Alfio Papale, uscente di Forza Italia nonché ex sindaco di Belpasso. Era entrato in assemblea regionale nel luglio del 2014, come primo dei non eletti, a seguito dell’elezione di Salvo Pogliese all’europarlamento. In precedenza era stato primo cittadino della sua città: prima negli anni ’90, poi nel 2002, nel 2007 e ancora nel 2009. Di formazione democristiana, ha aderito a FI a seguito della dissoluzione della Dc. Fa l’ingegnere edile, è sposato e padre di due figli. Papale è il secondo forzista più votato con 10159 preferenze, dietro le 12045 di Marco Falcone.  

Fra gli eletti Giuseppe Zitelli, classe 1978, candidato nella lista per Nello Musumeci presidente #diventeràbellissima per la Sicilia, che occuperà uno degli scranni etnei dell’Ars. A Belpasso, paese in cui Zitelli è nato, è stato vice sindaco. Era il 2016 quando Zitelli fu al centro di una vicenda, insieme ad altri 36 consiglieri della provincia di Catania, che riguardava spese pazze e rimborsi impropri con soldi pubblici. L’attuale consigliere regionale era stato condannato a restituire la somma 3.108,91 euro. Ha raccolto 6221 voti. Nella stessa formazione c’è il catenoto Giovanni Grasso. Anche lui amministra il suo Comune: è stato prima presidente del Consiglio, poi vice sindaco con Ascenzio Maesano. Ora è consigliere comunale a sostegno del primo cittadino Nello Oliveri. È in quinta posizione con 2729 preferenze

È di Giovanni Bulla, ex assessore provinciale ed ex vice sindaco ad Adrano di 58 anni, uno dei posti da consigliere dell’assemblea regionale. Per queste elezioni ha corso nella lista dell’Udc, riuscendo a ottenere 5189 consensi. Non ce la fa, invece, Gaetano Benincasa – 40enne catanese -, anche lui aderente allo scudo crociato, assessore durante l’amministrazione di Fausto Fagone a Palagonia e poi candidato a primo cittadino durante le elezioni amministrative che si sono svolte lo scorso 11 giugno. In questa breve campagna elettorale in vista delle elezioni regionali, Benincasa è stato protagonista di due spinose vicende: la prima riguarda uno spettacolo musicale, il Palika Rock, annullato all’ultimo momento che era stato organizzato dall’associazione Riscatta la tua città fondata da Benincasa all’indomani delle scorse elezioni comunali. È di ieri invece la notizia che nel quartiere di Librino, di fronte all’istituto comprensivo Campanella-Sturzo di viale Bummacaroalla periferia sud di Catania, c’era un gruppo di uomini che invitava a votare per lui distribuendo santini elettorali. La sua performance si è fermata a quota 2009 preferenze, quinta della lista. 

Non ce la fa Ketty Rapisarda Basile, candidata nella lista dell’Udc, dunque nel campo del centrodestra. I boatos delle prime settimane la davano in corsa con Sicilia Futura, costola del Pd, nello schieramento opposto. La sua storia politica è intrecciata alla triste vicenda di suo marito, ex sindaco di Tremestieri, morto nell’ottobre 2011 – all’età di 47 anni – per via di un male incurabile. Pochi mesi dopo, Ketty Rapisarda decise di raccoglierne l’eredità, candidandosi alla carica che era stata ricoperta dal suo congiunto. E riportando una vittoria emozionante e insperata. Nel giugno 2014, tuttavia, venne sfiduciata dal Consiglio comunale, chiudendo quell’esperienza. Ha racimolato 817 voti

Non è andata bene a Giuseppe Toscano, classe 1969, che nel 2014 era stato assessore e poi delegato sindaco e infine anche sindaco nel suo comune di origine, San Giovanni La Punta. Per queste elezioni regionali, Toscano è stato candidato con la lista Popolari e autonomisti per Nello Musumeci presidente senza però essere eletto e fermandosi soltanto a 2598 voti. Per rimanere al Comune puntese, semaforo rosso anche per l’ex sindaco Andrea Messina, quarto nella lista di Sicilia Futura con 3207 voti. La stessa sorte è toccata anche ad Alessandro Pinzone Vecchio, sindaco di Maniace nel 2010 eletto con l’appoggio della lista Lista Maniace uniti per cambiare. Anche lui inserito nella lista Sicilia futura per Fabrizio Micari presidente ha preso soltanto 1520 preferenze da parte degli elettori etnei.

Anastasio Carrà si è consolidato come seconda forza della lista Alleanza per la Sicilia, composta da Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. In particolare, il sindaco di Motta rappresenta proprio la Lega Nord, a cui ha aderito nel 2016. Alle amministrative del 2014 aveva superato, al ballottaggio, Daniele Capuana. Per soli 13 voti. Lo stesso Daniele Capuana il cui padre, Piero, è oggi coinvolto nella terribile storia dell’associazione cattolica Cultura e ambiente, comunità di Aci Bonaccorsi in cui, secondo la procura di Catania, Capuana senior, spalleggiato da tre donne, avrebbe abusato di ragazze di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Indagine che non riguarda il figlio. Ma che ha lambito, in senso politico, l’amministrazione comunale di Carrà. Di cui faceva parte anche Candida Fassiolo, dirigente della comunità di Lavina intercettata al telefono con una delle indagate. Carrà, dopo la pubblicazione su MeridioNews di quella registrazione, comunicò le dimissioni della sua assessora nei primi giorni dello scorso agosto. Ha ottenuto 4659 voti

A chiudere la carrellata è Valerio Marletta: nel suo curriculum, come si suol dire, ci sono la lotta e il governo. Formato nelle manifestazioni di protesta, comunista, sorprese tutti nel maggio 2012, quando – con una coalizione composta da Rifondazione comunista e Italia dei valori – divenne sindaco di Palagonia sconfiggendo al ballottaggio Francesco Di Stefano. Prima c’era stata l’esperienza in Consiglio provinciale. Pochi mesi fa, dopo una consiliatura portata a termine, non è stato riconfermato, sconfitto, ancora al ballottaggio, dal primo cittadino uscente Giuseppe Astuti. Il suo risultato nella lista Cento passi per la Sicilia, accanto a Claudio Fava, è il secondo posto a quota 2336 preferenze

Marco Militello

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