Ci sono cento passi tra la sinistra siciliana e il possibile riscatto elettorale dopo anni di flop e divisioni. Peppino Impastato c’entra, anche se si parla di elezioni regionali e non di mafia, rievocato dalla denominazione scelta per la lista che sembra essere riuscita nell’impresa di scongiurare la diaspora delle vraie gauche. Tutto ciò che sta a sinistra del Pd, infatti, stavolta punta compatto su Claudio Fava e il contenitore Cento passi per la Sicilia, cartello elettorale dove confluiranno i candidati delle formazioni politiche, alcune con falce e martello, altre senza: si va da Sinistra italiana ai fuoriusciti dem di Mdp – Articolo uno passando per Rifondazione comunista, Verdi, i civatiani di Sicilia possibile e, fra gli altri movimenti, anche i palermitani di Sinistra comune. La lista sarà appunto una, accantonata l’idea di presentare il simbolo che circolava fra bersaniani ed ex vendoliani.
Al netto di eventuali, clamorose sorprese, l’obiettivo che la base spera di centrare più in concreto è di far rientrare a Palazzo dei Normanni una rappresentanza di sinistra dopo circa un decennio di assenza dall’Ars. Le speranze passano soprattutto dai risultati nei collegi delle grandi città, fra cui, naturalmente, Catania. Dove il mix fra gli uomini dalle roccaforti calatine e nomi più metropolitani sembra avere tutte le carte in regola per farcela. La pole position, fra questi, se la prende Danilo Festa, civatiano e consigliere comunale a Motta Sant’Anastasia, ma soprattutto il volto che negli ultimi anni ha riunito la protesta dei comitati No discarica attivi fra il suo paese e Misterbianco. La sua candidatura è già ufficializzata, così come quelle in quota bersaniana, di Vittorio Bertone, già candidato alle regionali del 2012, Matilde Riccioli, commercialista di Zafferana Etnea, e Giancarlo Ciatto, ex consigliere dem di Paternò. La regia, in casa del gruppo Mdp, è affidata al veterano Paolino Mangano, che a marzo aveva lasciato il partito di Renzi dopo le polemiche sull’ultimo tesseramento con i nuovi dem Luca Sammartino e Valeria Sudano.
Viene invece dal movimento studentesco il nome, confermato, di Alessio Grancagnolo, studente della Scuola superiore di Catania reso popolare più che dalla militanza soprattutto per quel confronto vis-à-vis sulla riforma costituzionale con l’allora ministra Maria Elena Boschi ripreso dalla stampa nazionale. Quasi certe, poi, le candidature di Maurizio Bonincontro da San Cono, in quota Verdi, e dall’area jonica di Alfio Foti, fedelissimo di Rita Borsellino e già sulla scheda elettorale per la Lista Tsipras alle Europee del 2014. Smentita invece quella di Carmela Cappa, funzionaria della Soprintendenza. La carenza di quote rosa è un problema sul tavolo, e per colmarla si prova ancora a corteggiare qualche nome che magari venga dal mondo delle professioni.
Ancora dal calatino arriva l’apporto, in quota Sinistra italiana, dell’ex presidente del consiglio di Palagonia Salvo Grasso, e chissà che alla fine non si concretizzi il derby con l’ex sindaco di Palagonia bene comune, Valerio Marletta. Candidato che potrebbe anch’esso puntare ai primi posti della lista catanese e che dunque, anche per questo, sembra generare non pochi malumori. Non sarebbero, infatti, i ventilati dubbi dello stesso Marletta ad aver fatto slittare l’ufficializzazione del suo nome, bensì il veto che gli sarebbe stato opposto da alcuni alleati, motivato con la sua non appartenenza a nessuno dei partiti che stanno entrando nella lista Fava. Ballano intanto quattro-cinque posti liberi, da riempire entro pochi giorni.
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