«Oggi sarà ufficializzata la ufficializzata la spaccatura tra Pd e M5s: Caterina Chinnici si ritirerà, è entrata in crisi perché non è fatta per queste cose. Brava persona ma non è abituata a questi giochi». Lontano da pensieri balneari, Cateno De Luca dà una sua interpretazione ai movimenti delle coalizioni in vista delle prossime elezioni Regionali del prossimo 25 settembre. L’ex sindaco di Messina e leader di Sicilia Vera è proiettato verso la corsa elettorale, pronto a sfidare il dimissionario Nello Musumeci, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, ma anche a porsi come alternativa all’area progressista. Il fronte formato da M5s e Pd in Sicilia sembra reggere ancora, a dispetto della situazione nazionale, che vede il centrosinistra perdere Azione di Carlo Calenda. Proprio in vista di un incontro dei grillini siciliani con la presenza in videoconferenza di Giuseppe Conte che dovrebbe tenersi questo pomeriggio, De Luca sancisce la fine di un’alleanza iniziata con le Presidenziali che hanno visto confrontarsi Pd, Cento Passi e M5s e la vittoria della donna vicina all’area lombardiana.
Ma le previsioni di De Luca toccano anche l’area di centrodestra. «Il segretario regionale della Lega Nino Minardo sarà il candidato del centrodestra – dice durante il suo discorso al San Paolo Palace hotel di Palermo – È riuscito ad acquistare le posizioni che mancavano. L’asse che è prevalso è stato quello di Raffele Lombardo». Ma l’ex sindaco è sicuro. «La partita la vinco io». «Sotto il profilo tecnico – ammette – non c’è dubbio che la ricandidatura di Musumeci sarebbe stata quella più forte. Minardo chi è? Non ha mai amministrato neanche un condominio. Ma questo sarà tema di campagna elettorale. «Stiamo iniziando a presentare le nostre liste – ha aggiunto – Stamane presentiamo i candidati alla Camera e Senato per la Sicilia occidentale e nel pomeriggio presenteremo i candidati per la Sicilia orientale. Nei prossimi giorni presenteremo quelli per le regionali».
Nel frattempo si guarda con curiosità all’incontro del M5s di oggi. Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito democratico. «Con molta fatica, qui in Sicilia stiamo provando a tenere distinti i livelli. Quello nazionale da quello regionale – afferma Barbagallo – Proviamo a costruire una coalizione alternativa alle destre, forte di almeno 4 liste aperte a chi non ha governato con Musumeci. Sono ottimista, mi piacciono le sfide difficili». «Ai grillini va riconosciuto che in Sicilia hanno caratteristiche importanti. Una classe dirigente di spessore e una certa freschezza dell’offerta politica», continua Barbagallo in un’intervista riportata dal Giornale di Sicilia.
Intanto la Regione ha indetto i comizi e fissato ufficialmente la giornata di voto per le Regionali per il 25 settembre, in concomitanza con le Politiche «come deciso dal presidente Nello Musumeci con le dimissioni appositamente rassegnate». Lo ha stabilito la giunta regionale approvando stamane, su proposta dello stesso Musumeci, la delibera di convocazione dei comizi elettorali: il decreto di indizione dei comizi e quello di ripartizione dei seggi nei vari collegi saranno emanati dalla Segreteria generale della Presidenza della Regione e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione entro giovedì prossimo, 11 agosto. Le urne saranno aperte nell’unica giornata di domenica, dalle 7 alle 23. La ripartizione dei 70 seggi dell’Assemblea nell’ambito dei collegi elettorali, è elaborata sulla base della popolazione residente nell’Isola (5.002.904 abitanti), secondo l’ultimo censimento disponibile. Nel dettaglio, 62 seggi sono così distribuiti nei collegi provinciali: 6 ad Agrigento, 3 a Caltanissetta, 13 a Catania, 2 ad Enna, 8 a Messina, 16 a Palermo, 4 a Ragusa, 5 a Siracusa, 5 a Trapani. Degli otto seggi residui, sette andranno alla lista regionale del candidato presidente vincente (il cosiddetto “listino”) e uno al candidato presidente secondo classificato.
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