Regionali, accoglienza tiepida per Micari a Catania Presenti i big, ma mancano la base e l’entusiamo

Con il Dalai Lama a meno di cento chilometri, il centrosinistra ha scelto di giocare la carta della gentilezza per lanciare la volata per le elezioni regionali. Al momento, però, la sfida di Fabrizio Micari oltre che gentile sembra essere anche poco partecipata. Sono state infatti poche centinaia le persone che ieri, al centro Le Ciminiere di Catania, hanno deciso di accogliere l’arrivo del candidato alla presidenza della Regione.

La sala, vuota per almeno un terzo, ha accompagnato con tiepidi applausi il discorso del rettore di Palermo che, una volta di più, ha ribadito la necessità di puntare sulla competenza per fare ripartire la Sicilia. Le parole di Micari sono state introdotte dall’intervento del sindaco Enzo Bianco che, dopo avere fatto gli onori di casa, si è concentrato perlopiù sui motivi per cui gli elettori non dovrebbero votare gli altri candidati. Dall’incompetenza latente e l’incapacità di trovare soluzioni ai problemi dei grillini alla proposta nostalgica di Nello Musumeci, fino all’appello ai «compagni della sinistra» che, per la storia che li contraddistingue, non dovrebbero votare Claudio Fava, rappresentante di una candidatura senza futuro né tantomeno possibilità di essere competitiva.

Nonostante il clima non sia dei più esaltanti, sono stati tanti i big della coalizione presenti. A partire da Giovanni La Via, l’eurodeputato di Alternativa popolare che ha chiuso l’accordo in extremis con il Pd, accettando il ruolo di vice di Micari e riuscendo comunque – giocava in casa – a strappare più applausi del candidato presidente. In prima fila anche la parlamentare europea Michela Giuffrida con accanto il segretario regionale di Sicilia Futura Nicola D’Agostino. Mentre tra i più attivi all’esterno della sala congressi, nella mezz’ora abbondante di attesa prima dell’arrivo di Micari, il sottosegretario Giuseppe Castiglione e l’ex assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Pistorio. Più fugaci i passaggi dei deputati Marco Forzese, Luca Sammartino, Valeria Sudano, Giuseppe Berretta e del leader dei Centristi per la Sicilia Gianpiero D’Alia.

Assente, invece, ancora una volta Rosario Crocetta. Il presidente uscente, che ha suggellato la pace con il Pd con una standing ovation ma solo dopo l’annuncio di rinuncia alla candidatura autonoma, dopo avere saltato l’incontro di Taormina con Micari e il segretario nazionale Matteo Renzi, per via ufficilamente di un impegno a Gela, anche ieri è rimasto lontano dalla scena. Perché – hanno sottolineato in molti – impegnato in giunta regionale.

In definitiva, contando i posti rimasti liberi e la generale assenza della base, la sensazione è che per il centrosinistra la sfida, in questa tornata, potrebbe rivelarsi più difficile di quanto – retoricamente e un posuperstiziosamente – è stato fin qui detto. Per il momento di certo sembrano esserci gli slogan, con il candidato alla vicepresidenza che dal palco ha fatto notare quanto suoni bene la frase «Micari è La Via per la Sicilia». 

Simone Olivelli

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