«Il gioco diventa un modo per abbattere le sbarre del carcere che, di solito, separano bambini e ragazzi dai loro genitori detenuti». Non è un semplice regalo sospeso, ma un’occasione per creare incontri. Per questo le volontarie di Officina SocialMeccanica, che da anni portano avanti le attività nello Spazio giallo della casa circondariale di piazza Lanza a Catania con la rete nazionale di Bambinisenzasbarre, hanno organizzato una giornata di raccolta di giocattoli per i minorenni che frequentano la casa circondariale etnea. L’unica in Sicilia ad avere lo Spazio giallo, un luogo fisico e relazionale dove bambini e ragazzi hanno la possibilità, attraverso attività ludiche e laboratori creativi, di coltivare un legame affettivo concreto con i loro padri o le loro madri detenute.
«Sono più di un centinaio i bambini e i ragazzi, a partire da quelli che hanno pochi mesi fino ad arrivare a chi è già nella fase dell’adolescenza inoltrata, che frequentano con costanza lo Spazio giallo», racconta a MeridioNews Maria Chiara Salemi, che è una delle socie di Officina SocialMeccanica. La realtà che dal 2016 organizza attività di vario tipo all’interno dell’istituto penitenziario etneo. Dalla partita di calcio con i papà, alla consegna delle calze della Befana realizzate dalle detenute e riempita di dolcetti e cioccolatini, fino ai progetti di teatro sociale. «Sono tutte occasioni – sottolinea la volontaria – che permettono ai figli di creare con i genitori, e in qualche caso anche con i nonni, detenuti un rapporto che vada oltre le poche parole che riescono a scambiarsi durante i colloqui». Un luogo in cui si riesce a superare il limite dell’estraneità dovuta alla mancanza di condivisione della vita quotidiana.
Ed è in quest’ottica che per la giornata di oggi (dalle 10 alle 17) le volontarie di Officina SocialMeccanica saranno presenti nel Christmas market di piazza Università a Catania per raccogliere dei regali da destinare allo Spazio giallo del carcere. «A chi avrà voglia di portare un dono per questi bambini e ragazzi, chiediamo di preferire giochi collettivi più che individuali», dice Salemi pensando proprio a quel luogo come occasione di incontro e condivisione. «Dai giochi da tavolo alle carte, dal domino alle costruzioni, dallo shanghai alle torri, dai puzzle ai giochi di legno educativi».
Non macchinine, soldatini, bambole o altri oggetti con cui solitamente si gioca da soli. «Poi – aggiunge la socia di Officina SocialMeccanica – un pensiero adatto per questi bambini e ragazzi figli di tenuti sono anche i libri, magari quelli che hanno all’interno anche delle attività ludiche da svolgere insieme». Regali da condividere, insomma, in un luogo fisico e simbolico in cui le mura del carcere sono meno divisive.
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