Reflui in mare, operatore turistico campiona acque «A San Marco situazione è nettamente migliorata»

Una
diagnosi impietosa quella di Legambiente sullo stato di balneabilità del mare nel Catanese. Secondo l’ultimo report di Goletta verde – il programma dell’associazione ambientalista che si occupa di analizzare le acque marine – risulta inquinata «entro i limiti» la spiaggia libera numero 1 della Playa di Catania mentre sono «fortemente inquinati» lo scarico fognario all’inizio del Lungomare Galatea di Aci Castello e la foce del fiume Alcantara. E proprio sui dati relativi a quest’ultimo sito interviene un operatore turistico di Marina di San Marco (Comune di Calatabiano) Daniele Murabito. «Il punto di prelievo scelto da Goletta verde e
indicato proprio dentro l’alveo del fiume Alcantara sottopone i risultati a una
comprensibile alterazione poiché il
punto di immissione in mare di un fiume coincide con quello di massima
concentrazione degli agenti patogeni. Gli stessi che invece – prosegue Murabito – allontanandosi di appena 200 metri dalla costa risultano drasticamente ridotti». Murabito, insieme ad altri colleghi che lavorano sul litorale di Marina di San Marco, ha campionato le acque del borgo, facendole analizzare dall’Asp di Giarre. 

Il forte interesse nel dimostrare la buona qualità del mare della zona deriva «dal fatto che i dati divulgati da Goletta verde hanno causato un effetto disastroso sull’economia già abbastanza precaria della zona», spiega l’operatore turistico. Che precisa come le analisi effettuate privatamente «hanno portato alla luce una situazione del tutto diversa», continua. E cita anche i dati riportati sul Portale Acque del ministero della Salute. Un rapporto, quest’ultimo, che definisce le acque del torrente Minissale di Calatabiano – la cui foce sta a metà strada tra quella di Fiumefreddo e quella dell’Alcantara -, che si getta sul litorale di San Marco è «eccellente». «Non punto il dito contro Goletta verde, il cui impegno è ammirevole, ma piccole differenze temporali e geografiche possono causare situazioni
diametralmente opposte a quelle reali e sottopongono intere comunità a consistenti rischi di fallimento, in una terra in cui di
lavoro purtroppo non ve n’è in abbondanza», dichiara Murabito. 

L’uomo precisa che i commercianti della zona sono stati i primi a combattere le eventuali cause dell’inquinamento del mare della zona. «Abbiamo denunciato per lungo tempo condizioni poco
accettabili ma abbiamo riscontrato, sin dall’inizio di questa stagione
balneare, un netto miglioramento, confermato
poi da questi ultimi accertamenti scientifici di cui ci siamo occupati», sottolinea l’operatore turistico. «I nostri sforzi sembrano aver portato i primi risultati e molte delle
fonti di presunto inquinamento sono state sottoposte a meticolosi
controlli da parte degli organi competenti. In alcuni casi ci sono
stati arresti e avvisi di garanzia e siamo certi che le nostre denunce siamo alla base di questo
innalzamento dei controlli pure sulla gestione degli impianti di depurazione locali», conclude l’operatore.