Reddito minimo, ecco la bozza del governo Sarà in soldi e servizi, dalle bollette agli asili

Si chiamerà Piano Regionale Povertà ed è il nuovo piano triennale di interventi, tra cui il già annunciato reddito minimo di cittadinanza, a sostegno dei siciliani appartenenti alle fasce di reddito meno abbienti. È soltanto una bozza, a cui manca soprattutto la relazione tecnica in merito alla copertura finanziaria. Ma il reddito minimo, approvato appena la scorsa settimana dalla giunta regionale, è già arrivato a palazzo dei Normanni.

Nel disegno della giunta, si tratta di una «anticipazione sperimentale», che potrebbe tradursi in un analogo strumento a livello nazionale. Secondo la bozza, al reddito minimo e alle altre misure potranno accedere le famiglie in condizione di povertà assoluta, con l’obiettivo di «assicurare uno standard di vita decente». I nuclei familiari potranno essere composti da cittadini di qualsiasi nazionalità, residenti in Sicilia da almeno 24 mesi, con reddito Isee inferiore a ottomila euro

Ma il governo mette le mani avanti: «Resta escluso – si legge nella bozza – qualunque utilizzo diretto e/o indiretto presso le pubbliche amministrazioni dei soggetti destinatari delle misure». A dirla tutta, il governo mette le mani avanti anche sulla durata e sulla quantità di tale misura, da stabilire «sulla base delle risorse finanziarie regionali, nazionali ed europee disponibili». Il reddito minimo sarà composto da trasferimenti monetari e da voucher. Tra gli strumenti individuati dalla norma, infatti, si trovano anche i voucher per i servizi sociali, che consentiranno l’erogazione di servizi alla persona, sotto forma di agevolazioni per le utenze domestiche, per le tariffe del trasporto pubblico, per le tasse scolastiche o per gli asili nido

A gestire le pratiche saranno i centri per l’impiego, che contestualmente saranno impegnati anche nella ricerca di lavoro per i destinatari della misura: «Il rifiuto di un’offerta di lavoro congrua – precisa la norma – determina la decadenza dai benefici monetari». La mancata comunicazione di una variazione del reddito familiare comporterà invece la restituzione del reddito di cittadinanza e l’esclusione da «qualsivoglia misura di politica attiva per un periodo non inferiore a 24 mesi».

Insomma, il percorso tracciato dal governo è chiaro. Adesso la palla passa all’Assemblea regionale. Ad esaminare il documento, sarà prima la commissione Lavoro, presieduta dal deputato Marcello Greco, che detta la tabella di marcia: «Entro il prossimo martedì – spiega a MeridioNews – attendiamo la presentazione della relazione tecnica dagli uffici regionali, successivamente i deputati avranno un’ulteriore settimana per presentare gli emendamenti».

Miriam Di Peri

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