«In un Caf di Palermo, in uno di quei centri di assistenza fiscale privati, un dipendente (un consulente) consigliava alle persone come eludere i paletti del reddito di cittadinanza. Ammesso che questi consigli funzionino, direi di evitare questi consigli. Abbiamo fatto le indagini, ho parlato col comandante generale della guardia di finanza, il generale Toschi». In una diretta Facebook di ieri il vicepremier Luigi Di Maio, con tono risoluto, commentava una notizia di cui aveva appreso in diretta durante l’ospitata al programma tv Non è l’arena. «Nei prossimi giorni a questi signori gli arriva un accertamento della guardia di finanza, abbiamo sentito anche il comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo».
L’inchiesta de La7 del 27 gennaio, in realtà, non riguardava esattamente un patronato ma un centro Alpaa. Dal quale oggi è arrivata una secca smentita alle dichiarazioni di Di Maio. «Alpaa, l’Associazione Lavoratori Produttori Agroalimentari Ambientali, non svolge alcuna consulenza fiscale e men che meno ha competenza sulla richiesta del reddito di cittadinanza. Non siamo un Caf e non abbiamo un Caf. Pertanto nessun dipendente dell’Alpaa a Palermo o in qualunque altra sede, ha mai potuto fornire e mai fornirà consulenze in materia».
È quanto affermano in una nota il presidente dell’associazione Luigi Rotella e il presidente regionale siciliano, Franco Colletti, che parlano di «accuse infamanti e superficiali» e di «bersaglio sbagliato». Per poi aggiungere che «considerata la gravità delle accuse del ministro che si è spinto fino a chiedere al neo segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, di rompere l’accordo di affiliazione che ci lega alla Flai-Cgil, abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelarci nelle sedi competenti».
Già questa mattina i finanzieri sono stati in via Salita Partanna, nei pressi di Piazza Marina dove hanno sede sia il caf della Cgil che il centro Alpaa. Hanno sequestrato la documentazione per risalire all’impiegato ripreso dalle telecamere della trasmissione tv mentre suggeriva i trucchi per eludere i controlli del governo e ottenere il reddito di cittadinanza.«Noi abbiamo solo la colpa di condividere l’immobile con il Caf della Cgil – dice Franco Colletti – Noi ci occupiamo di pratiche legate all’agricoltura. Nulla a che fare con il reddito di cittadinanza. L’impiegato ripreso è del Caf della Cgil che si trova nella stessa sede. Tra l’altro abbiamo già trovato un’altra sede a San Giuseppe Jato visto che assistiamo gli agricoltori in provincia di Palermo. Piazza Marina è una strada che rientra nella Ztl e non era più consona per i nostri assistiti».
Mentre la Cgil comunica che sarà avviata una procedura disciplinare. «Comportamenti personali contrari ai valori della Cgil – dichiarano i segretari generali di Cgil Sicilia e Cgil Palermo Michele Pagliaro ed Enzo Campo – e alle modalità operative che fanno dei nostri servizi ai cittadini dei servizi di eccellenza, non possono e non saranno tollerati soprattutto quando questi vanno contro la legge. Caf e patronati sono strutture di servizio importanti che consentono la partecipazione e l’esercizio di democrazia dei cittadini nei confronti dello Stato».
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