«La violenza di genere ci riguarda tutti, non è un fatto solo privato. L’8 marzo è stata una data importantissima per Palermo e per le donne che si sono ritrovate per gridare insieme le loro rivendicazioni, dobbiamo continuare su questa strada». A parlare è Claudia Borgia, componente dell’assemblea cittadina costituitasi il 2 febbraio scorso contro la violenza maschile sulle donne, che ha dato il là all’assemblea organizzata ieri pomeriggio presso la Real Fonderia alla Cala. Tema centrale del dibattito è stata la presenza di Trump al prossimo g7 che si terrà a Taormina. «È un tema che ci riguarda da vicino – continua Claudia – Il sessismo e il maschilismo hanno contraddistinto l’intera campagna di Trump durante le elezioni e sono tante le cose che minaccia di fare o che ha già in parte realizzato», alludendo alla decisione del neopresidente statunitense di interrompere i finanziamenti verso le associazioni e organizzazioni che si occupano delle interruzioni di gravidanza.
«Contro i politici che, come lui, ci ignorano in quanto donne sono nati degli schieramenti in tutto il mondo. Proprio contro quei potenti che si ritroveranno qui in Sicilia a fine maggio e contro i quali dobbiamo farci sentire, basta abbassare la testa e allinearci a un sistema che non ci rappresenta né ci rispetta», dice ancora. L’assemblea vuole, quindi, essere un percorso politico a tutti gli effetti: «Con lo sciopero globale ci siamo riprese le strade e la città, ma dobbiamo andare avanti per riprenderci ogni cosa». Tutte sono d’accordo sulla necessità di essere presenti con un corteo di sole donne proprio a Taormina in occasione del g7: «Esserci è un dovere di classe, ma lo è per noi in quanto donne soprattutto – dice Donatella dei Cobas – è importante che da questo incontro esca fuori un appello all’assemblea nazionale, che si è sempre comportata in linea con le nostre azioni ma finge che questo g7 non ci sia o non ci riguardi. Ma è importante capire che se questi politici ci fanno la guerra, anche noi la faremo a loro nei modi consentiti».
Serve spingere per una rottura decisa e forte col sistema patriarcale, dicono tutte in coro, schierandosi dalla parte opposta di un sistema che verso le donne continua a essere repressivo. Soprattutto continuando a farle passare per dei soggetti deboli, delle vittime e basta. «Abbiamo un’idea diversa di femminismo e di lotta rispetto alle donne assorbite dal sistema – aggiunge Maria Occhione dell’assemblea cittadina – Vogliamo rompere le scatole per ottenere il rispetto in ogni ambito». Donne quindi contro anche a un femminismo di facciata politicamente corretto che, secondo loro, non rappresenta davvero le donne e che ha contribuito a fare andare avanti un sistema patriarcale.
Qualcuna, poi, esce fuori dal coro e mette in guardia: «Va bene essere presenti al g7, ma non cadiamo in quelle stesse logiche contro cui vogliamo porci, così facciamo il gioco di quei politici che ci dipingono nel modo sbagliato- dice Antonella – Lo spezzone di sole donne non è un elemento che ci distingue dal modo tipico di manifestare e che ci contraddistingue. Credo che questa occasione meriti un’invenzione superiore e una capacità di mobilitarsi che non ripercorre lo stesso schema. Sono contraria a violare la zona rossa, è un rituale che convalida e conferma le politiche securitarie e repressive. In quanto donne possiamo trovare modi di manifestare più creativi». Oggi pomeriggio alle ore 15 le donne dell’assemblea si incontreranno nuovamente presso la sede di Arci Porco Rosso a piazza casa Professa.
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