Re Lear-Crocetta tra sommosse, discordia e tradimenti…”

LA RESA DEI CONTI: NEI NUMERI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE SI CELA FORSE IL FINALE TRAGICO DI UN GOVERNO COSCIENTE DELLA PROPRIA INELUTTABILE FINE?

di Poeticus

“Soffiate, venti, da scoppiarvi le gote, infuriate, soffiate!

Turbini e cateratte del cielo, diluviate,

Ad affogare i galli giravento in cima ai campanili.

E voi, sulfurei lampi, rapidi più del pensiero,

precursori del fulmine schiantaroveri,

Strinatemi questa testa canuta. Tu, tuono scotitore del mondo,

Spianala d’un colpo al suolo questa compatta sfera del globo,

Rompi gli stampi di natura;

Disperdi tutto e tutti insieme ai germi onde si genera,

Mostro d’ingratitudine, l’uomo”.

In effetti, ieri sera – stando a quello che leggiamo su altri giornali – il presidente della Regione siciliana ci ricordava Re Lear. Anche se, con tutta la buona volontà, non riusciamo a capire chi possa essere Cordelia. Di donne fatali, infatti, nel ‘cerchio magico’ del governatore dell’Isola ce ne sono tante, più delle tre figlie del celebre Re.

Perché scomodiamo Shakespeare? Perché nel corso degli anni sono stati in tanti a criticare una tragedia considerata un po’ troppo nichilista. E non sono mancati i tentativi, da parte di altri artisti, di riscrivere l’opera cambiando il finale. Ma non c’è stato nulla da fare: la grandezza di questa tragedia, piaccia o no, sta nella versione originale: è una tragedia e tale rimane.

Sin dalle prima battute, s’intuisce il senso di una caduta che non risparmierà i protagonisti. Si procede verso i misteri della fine: la fine è già nell’inizio.

“Soffiate, venti, da scoppiarvi le gote, infuriate, soffiate!”: come si fa a non pensare ai venti che soffiano sui conti economici della Regione siciliana? Re Lear-Crocetta annuncia denunce di qua e denunce di là. Ma i numeri sono numeri: non fanno sconti. Lo sapevano anche Pitagora e Fibonacci, che con i numeri ci giocavano: alla fine, se ti devono indicare una via e non li metti in ordine, non li coccoli, non li accarezzi, i numeri ti mordono, ti addentano, ti strappano le carni…

“Nelle città, sommosse; nelle campagne, discordia; nei palazzi, il tradimento…”: non vi ricorda niente? Da qualche giorno le proteste dei dipendenti della formazione professionale. E poi le proteste degli operai della forestali, dei protagonisti del mondo della cultura, di interi settori dell’Amministrazione regionale (l’abbandono delle aree archeologiche dove le zecche ballano il twist…), dei tecnici dell’Arpa, e questi, e questi altri… Tutti che reclamano, imprecano, reclamano, imprecano…

Che dire delle campagne? Il Ministro Alfano e i suoi Prefetti hanno zittito le proteste dei Forconi siciliani tra minacce di repressioni in stile crispino e promesse: ma la miseria dell’agricoltura siciliana è ancora lì, con i fondi del Piano di sviluppo rurale per la Sicilia in cerca d’autore, con i denti affilati di politici e burocrati che hanno arraffato e masticato come mastini…

I ‘Palazzi’, infine. Ma chi, oggi, difende Re Lear-Crocetta? In quali ‘Palazzi’ sarebbero pronti a prender l’armi per combattere contro i suoi nemici?

Si dice che nei ‘Palazzi’ romani stanno ‘considerando’. Tenerlo ancora? Mollarlo come si fa con un peso per alleggerire una barca che sta affondando? Lui, Re Lear-Crocetta, deve avere intuito qualcosa, se si richiama alla Costituzione e allo Statuto che, adesso, nel Rosario-pensiero, fa parte della Costituzione…

Non va meglio nel ‘Palazzo Reale’ dei panormiti, dove lo aspettano per fare i conti…

Torna lo spettro dei numeri con i quali Re Lear-Crocetta vorrebbe giocare. Ieri sera, ad esempio, ha cercato sfuggire alla tirannide delle verità aritmetiche, negando la validità ‘ontologica’ delle relazioni tecniche che debbono accompagnare la manovra finanziaria.

Da una parte il fuoco, dall’altra parte l’acqua.

Se Re Lear-Crocetta svela l’inghippo romano sui conti, i ‘Palazzi’ romani sarebbero pronti con il pollice verso…

Ma se nel ‘Palazzo’ Reale dei panormiti non svela i retroscena romani le lame affilate dei voti d’Aula potrebbero trafiggerlo e travolgerlo…

Hanno provato in tanti a riscrivere Re Lear. Perché lo spirito nichilista di questa tragedia, con quel finale… Ma le riscritture non hanno mai avuto fortuna. La versione originale resiste alle intemperie: resiste, resiste, resiste: “… e voi, sulfurei lampi, rapidi più del pensiero…”.

“Crocetta è un personaggio sulfureo”, ha detto qualche tempo fa del presidente della Regione il senatore del PD, Corradino Mineo. Pensava solo alla zolfo e ai demoni o aveva intravisto la tragedia?

“Disperdi tutto e tutti insieme ai germi onde si genera,
Mostro d’ingratitudine, l’uomo”…

Foto tratta da casadeiteatri.roma.it

 

 

 

 

 

 

 

 

Redazione

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