Ravanusa, procura indaga per disastro e omicidio colposo «Devastazione totale. Scenario insolito dopo fuga di gas»

«Ho avuto mandato dal presidente Draghi di informarlo puntualmente. Nessuno sarà lasciato solo. Dobbiamo fare di tutto per salvare vite e restituite alle famiglie i propri cari». Così ha detto il capo della protezione civile Fabrizio Curcio a conclusione della riunione, cominciata intorno alle 11 di questa mattina, al Comune di Ravanusa. Durante l’incontro alla presenza dei vertici delle forze di polizia e del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, Curcio ha fatto il punto dopo l’esplosione che ha distrutto quattro palazzine e ne ha danneggiate altre tre causando tre vittime. Nel corso dell’incontro è stato pianificato anche come proseguire le ricerche dei sei dispersi e si è discusso anche delle misure da prendere per impedire atti di sciacallaggio quando l’area sarà messa in sicurezza.

«I soccorsi sono ancora in atto – ha aggiunto il capo della protezione civile – e dunque è prematura qualsiasi considerazione sulle cause. Ci sono sopralluoghi in corso ma la priorità è trovare i dispersi». Che fanno tutti parte dello stesso nucleo familiare: al primo piano viveva Rosa Carmina, trovata viva tra le macerie; al secondo piano c’era la cognata Giuseppa Montana sopravvissuta anche lei; al terzo erano in quattro: Angelo Carmina che risulta disperso, la moglie Enza Zagarrio che è morta, la nuora Selene Pagliarello incinta di nove mesi e il marito Giuseppe Carmina figlio della coppia, entrambi dispersi; al quarto piano c’erano Calogero Carmina, la moglie Liliana Minacori e il figlio Giuseppe

«C’è una devastazione totale su una superficie molto molto estesa, uno scenario insolito perché generalmente i danni da esplosione da gas sono più contenuti», ha spiegato il responsabile della comunicazione dei vigili del fuoco Luca Cari. Intanto i pompieri stanno concentrando le ricerche in un punto specifico ma, al momento, non ci sarebbero però segnali di persone in vita. «I tempi sono ancora compatibili con la possibilità di trovare persone vive – sostiene Cari – Le speranze ci sono ancora». E intanto la procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta su quanto avvenuto nella cittadina dell’Agrigentino e ipotizza i reati di disastro e omicidio colposo. I pm hanno sequestrato un’area di diecimila metri quadrati. Oggi pomeriggio un consulente della procura farà una prima ispezione sui luoghi. «Faremo una mappatura attenta dei luoghi: partiamo da una fuga di metano ma non escludiamo alcuna pista», ha detto il procuratore di Agrigento Patronaggio dopo l’incontro al Comune di Ravanusa con i soccorritori. «La procura ha già nominato un consulente tecnico e, nelle prossime ore, i magistrati e gli investigatori faranno un nuovo sopralluogo con i vigili del fuoco. Non è escluso – ha aggiunto Patronaggio – che dopo il nuovo sopralluogo l’area posta sotto sequestro possa essere ancora più estesa».

Sul luogo del disastro è arrivato anche il presidente della Regione Nello Musumeci. «È una sciagura per la comunità siciliana. Ora serve il silenzio, per non alimentare interpretazioni destinate a creare confusione, e la preghiera, affinché chi manca ancora all’appello possa essere trovato in vita». Il governatore ha garantito che la Regione ha già dato «ampia disponibilità per sistemare gli sfollati. Non faremo mancare la nostra presenza – ha assicura Musumeci – e cercheremo di ridurre al minimo i disagi per i cittadini». Intanto, tutti i sindaci siciliani hanno offerto la propria «disponibilità a fornire ogni aiuto necessario», come si legge in una nota firmata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando che è anche il presidente di Anci Sicilia. E messaggi di cordoglio sono arrivati da politici locali e nazionali. «Avervi qui è il segnale della vicinanza del governo nazionale e locale – ha detto il sindaco di Ravanusa Carmelo d’Angelo ai vertici di protezione civile, vigili del fuoco e della regione – Mi auguro che questa vicinanza rimanga anche nei prossimi giorni perché ci sono persone che hanno perso i propri cari e la propria casa e, dunque, meritano attenzione. La loro vita è segnata per sempre».

Marta Silvestre

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