Il paragone forse sarebbe azzardato ma, a quanto pare, la formula nazionale con cui si è formato il governo guidato da Mario Draghi ha coinvolto anche Ramacca. Nella città del Calatino, infatti, da qualche giorno ha preso corpo il progetto civico che vedrà esponenti locali della Lega aderire insieme ad alcuni soggetti del Partito Democratico. Nel Comune commissariato dopo la sfiducia all’ex sindaco Pippo Limoli arrivata lo scorso ottobre da parte di 12 consiglieri comunali, il prossimo autunno si andrà alle elezioni per decidere il primo cittadino e il consiglio comunale. Adesso, anime a primo impatto diverse politicamente sono decise a spendersi per la città, al di là dei colori politici. «Nei piccoli Comuni ci conosciamo tutti e guardiamo più alle persone che ai partiti – fa notare Gianmarco Lizio segretario locale dem a MeridioNews – Non c’entrano le dinamiche nazionali: parliamo di un’alleanza con persone che sappiamo chi sono. Fossero stati profili discutibili, allora sarebbe stato giusto prendere le distanze, ma a livello comunale guadiamo a come risolvere i problemi».
In un momento in cui dai vertici nazionali del Partito Democratico si sente parlare del bisogno di ripartire dai piccoli territori, secondo Lizio questa visione comune con la Lega cittadina non compromette la militanza all’interno del partito. «Io non metto da parte i miei ideali – sottolinea – In questo caso si tratta solo di spendersi per il bene comune. Il Partito democratico continua a essere sul territorio». Sulla scelta nessun passo indietro. «Sono del parere che ognuno, nel proprio Comune, può decidere la strada da intraprendere – commenta – A prescindere da eventuali diktat esterni».
Dello stesso parere è Filippo Zampogna. Il commissario cittadino del Carroccio ricorda l’esperienza politica già intrapresa con alcuni consiglieri del Partito democratico tra i banchi dell’opposizione. «Insieme a loro abbiamo condiviso la contestazione all’ex sindaco Pippo Limoli – racconta – Abbiamo fatto un percorso insieme ad alcuni ragazzi del Pd e adesso portiamo avanti un progetto di responsabilità. Nei piccoli paesi dobbiamo superare queste barriere dei simboli politici». Zampogna, insieme alla lista civica Madre Terra di cui faceva parte, nel 2016 ha sostenuto il primo cittadino. Ma dopo sei mesi lui e un collega sono passati all’opposizione. «Abbiamo rinunciato anche a due assessori – aggiunge – Noi volevamo portare avanti le nostre idee e lo abbiamo anche spiegato alla città». Davanti alla possibilità che nel prossimo futuro possa venir meno la coerenza politica e che possa palesarsi una divisione davanti ad alcuni temi politici con i nuovi compagni di viaggio del Pd, Zampogna assicura: «Per noi conta il senso di responsabilità, non si può parlare di mancata coerenza ai partiti in un paese di novemila anime. Se ci saranno temi pronti a dividerci, troveremo una soluzione».
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