Quattro del mattino, via Luigi Pirandello, pieno centro storico di Giarre. Due persone a volto coperto e con un cappuccio si avvicinano alla macchinetta automatica che distribuisce sigarette per la tabaccheria di Giovanni Barbagallo, 27enne ex consigliere comunale giarrese, leghista. L’azione, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza, dura tra i due e i tre minuti. Il tempo necessario a posizionare due ordigni, fare partire l’esplosione, trafugare cassa e sigarette e fuggire a gambe levate. «Devono essere stati giovani, si capisce dal fatto che sono scappati in modo agile e molto velocemente», spiega a MeridioNews il commerciante e politico, vittima di un fatto simile per la seconda volta in quattro anni.
«Mi era successa la stessa identica cosa quattro anni fa. Avevo deciso di non installare più la macchinetta all’esterno, ma un anno e mezzo fa mi sono convinto – spiega Barbagallo – Quello che hanno distrutto stanotte era uno strumento moderno, di costo elevato, con cassetti blindati protetti da un cappotto di lamiera esterno». Uno strumento di lavoro difficile da danneggiare, a meno di munirsi di un esplosivo potente. «E quello che hanno usato deve esserlo stato – prosegue il giovane – Per via dello scoppio è esplosa anche una vetrina a sei metri di distanza, il catenaccio lo abbiamo trovato in strada. Chissà cosa sono riusciti a salvare: da come è ridotta la macchinetta, dubito che le sigarette fossero in buono stato».
Senza contare che rivenderle ad altri tabaccai sarebbe un rischio non da poco. «Ogni pacchetto – prosegue Giovanni Barbagallo – ha un codice univoco. È una sorta di targa che lega quel pacchetto al rivenditore che lo ha acquistato. Se altri colleghi le comprassero e le vendessero, basterebbe un banale controllo delle forze dell’ordine per un’accusa di ricettazione». In altri termini: il gioco non vale la candela. «Anche ammettendo che riuscissero a rivenderle, si tratterebbe di qualche centinaio di euro ciascuno di guadagno». A fronte di un danno di svariate migliaia di euro per lui.
L’assicurazione, inoltre, potrebbe non coprire le spese. «Quattro anni fa, quando si è trattato dell’altra macchinetta, ho scoperto che l’assicurazione copre i furti con scasso. Ma le esplosioni non rientrano in quella fattispecie, quindi non sono coperte». E lui, per i prossimi tre anni, potrebbe dovere pagare il finanziamento avviato per fare fronte alle spese di acquisto della macchinetta. «Giarre è da sempre una piazza molto calda – spiega – Le forze dell’ordine, che pure si impegnano moltissimo, non riescono a stare dietro a tutto». Stanotte, per esempio, i carabinieri sono arrivati pochi minuti dopo lo scoppio. Ma era già troppo tardi e dei ladri non c’era ormai più traccia.
«Ho fatto la denuncia – conclude Barbagallo – ma ormai quello che è stato è stato. Una cosa è sicura: il problema della sicurezza e della criminalità, a partire dal livello micro, a Giarre esiste». Ma nel suo caso è stato solo quello o l’esplosione potrebbe nascondere altro? «Non ho mai ricevuto richieste di pizzo né niente del genere. Non credo ci sia stato qualche secondo fine».
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