LE PICCOLE FORMAZIONI POLITICHE CHE LITIGANO DA QUASI UN QUINDICENNIO SI PRESENTERANNO UNITE ALLE ELEZIONI EUROPEE
La sinistra politica italiana, che la pubblicistica con troppa facilità definisce radicale, di radicale non ha proprio nulla. Anzi è più conformista di altre forze politiche, anche queste definite con troppa approssimazione moderate, che dalla moderazione sono passate molto frettolosamente.
Perché a nostro giudizio queste forze della sinistra ‘radicale’ sono conformiste? Per la ragione che la loro presunta radicalità è attestata sulla sopravvivenza politica dei loro dirigenti, i quali del credo elettoralistico hanno fatto la loro religione. Ed all’interno delle loro formazioni politiche il dibattito e l’organizzazione sono finalizzati alle carriere elettorali dei vari gruppetti che vi militano. Da qui le ripetute scissioni, tutte proclamate nel nome dell’unità, ma tutte provocate da dissensi e concorrenze entro i ristretti margini elettorali.
C’è voluto un giovane politico greco – tale Alexis Tsipras, leader del partito Syriza che in Grecia è quotato tra il 30 ed il 40 per cento dei consensi – a riunire la polverizzata sinistra italiana. Con qualche difficoltà, atteso che due autorevoli garanti della lista L’altra Europa con Tsipras, Andrea Camilleri Riccardo Guecie Paolo Flores d’Arcais, si sono allontanati per forti dissensi con l’elettoralismo smodato di Sinistra Ecologia e Libertà.
Tuttavia, la lista resiste al travaglio che l’attraversa all’interno delle formazioni che l’hanno composta. Travaglio comprensibile, alla luce delle ragioni che nel recente passato hanno provocato scissioni a catena. La ragione di fondo che determina la tenuta della lista è il corposo dibattito che l’ha preceduta durante il Congresso costituente, tenuto a Madrid lo scorso dicembre, e che ha prodotto una lunga risoluzione, ricca di spunti e di proposte politiche in vista della svolta da imprimere alle politiche europee.
Anche se il travaglio è intenso l’augurio è che esso possa sfociare finalmente in una soluzione unitaria di ricomposizione della sparpagliata sinistra politica italiana. L’augurio è forte, perché la sinistra così com’è ora non ha forza di incidere sulle opzioni politiche nazionali, in quanto ridotta a semplice testimonianza. Ed è questa la ragione di fondo dell’arretramento di tutto il sistema Italia ed in particolare del Meridione, anche se la crisi ormai morde tutte le contrade del nostro Paese, come dimostra la tendenza secessionista veneta o la preannunciata marcia per l’indipendenza siciliana del 3o marzo prossimo venturo a Palermo.
Senza una sinistra forte non c’è unità d’Italia, perché il processo unitario avviato 152 anni addietro è clamorosamente fallito e, per paradosso, l’unità è mantenuta formalmente per la forte presenza militare degli Stati Uniti d’America con le loro basi presenti su tutto il territorio nazionale da Aviano al Dal Molin, da Pratica di Mare a Napoli, da Sigonella a Niscemi ed altre 14 basi disseminate sul territorio siciliano.
Ben venga, dunque, il riaccorpamento della Sinistra, grazie alla esperienza di Syriza e del suo leader Alexis Tsipras, purché su basi solide sia politiche che programmatiche. Di sicuro la battaglia per l’unità politica dell’Europa è qualificante, se sapremo prendere coscienza del fatto che essa ha nel suo percorso un avversario tenace e potente come quello rappresentato dagli Usa. Infatti, chi si oppone da sempre, sin dalla sua nascita, al processo di unificazione politica dell’Europa sono gli americani, i quali sin dagli anni sessanta hanno tentato di contrastarne il processo unitario, prima dando vita all’Efta e poi, fallito quel tentativo, inserendo nell’Europa comunitaria i loro più fedeli collaboratori europei per svuotarne i contenuti politici e fare dell’Unione europea un’area di libero scambio. Soluzione che, nella loro visione egemonica e strategica, va benissimo.
E’ su questo terreno che la risoluzione politica del congresso della Sinistra europea di Madrid ha detto delle cose molto interessanti, laddove rivendica all’Europa unita una politica estera unica di una grande potenza economica, culturale e, perché no?, anche militare, nonché forte di oltre mezzo miliardo di esseri umani.
Il disegno de L’Altra Europa è ambizioso e difficile ed è anche possibile realizzarlo purché le forze della sinistra lo perseguano con determinazione e con grande coesione politica e culturale.
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