«Palermo merita di più». E non ha tutti i torti Gigi D’Alessio, il più osannato tra i tanti artisti che si sono alternati sul parco del concertone di Radio Italia andato in scena al Foro Italico. Il riferimento è alla fame che il capoluogo di regione ha di grandi eventi. Una fame testimoniata dalle decine di migliaia di persone che hanno letteralmente invaso il prato sul lungomare, un’affluenza da fare impallidire persino i grandi show delle star internazionali. Non è mancato niente: dai ragazzi assiepati dalle prime ore del giorno per accaparrarsi i posti vicino alle transenne, a un soffio dal palco, al colpo d’occhio mozzafiato della folla oceanica in grado di fare tremare le gambe anche agli artisti più navigati presenti sul palco. «Non si riesce a vedere dove finisce la gente» esclama Luca Bizzarri, uno dei due presentatori insieme all’inseparabile Paolo Kessisoglu, mentre J-Ax e Fedez, due di certo abituati alle grandi piazze, si guardavano quasi sgomenti per la folla impressionante e persino Lorenzo Fragola, catanese di nascita, è stato accolto con un’ovazione.
E i cantanti, accompagnati nel live da un’orchestra di musicisti per lo più siciliani hanno ripagato l’affetto del pubblico senza risparmiarsi, nonostante il peso dell’afa palermitana segnasse i volti e gli abiti di scena di sudore. Ma il concerto non si è fermato solo allo spettacolo del Foro Italico. Camminando per le strade, anche quelle deserte, della città le note e gli applausi del live riempiono l’aria grazie a quanti hanno preferito godersi lo spettacolo dal proprio divano, lasciando le imposte aperte nella speranza di fronteggiare il caldo. Anche nei locali, spesso pieni, la musica è la stessa. E poco distante, risalendo lungo il Cassaro, era piena anche piazza Bologni, con il suo Pride village e il controconcertone dei Tre Terzi dai balconi di Palazzo Riso. Ambiente ideale per le famiglie o per stare più tranquilli. Anche se durante la notte gli animi si sono scaldati un bel po’ con una piccola rissa tra giovani, uno dei quali pare essere stramazzato a terra dopo avere ricevuto un pugno, salvo poi rinvenire miracolosamente una volta giunta l’ambulanza.
Insomma una notte d’estate in una città normale che sembra volersi godere con spensieratezza la bella stagione. «Ci abbiamo lavorato per un anno intero» spiega dal palco Mario Volanti, patron di Radio Italia. E se per molti ne è sicuramente valsa la pena c’è sempre qualcuno contro corrente. «No, non posso aspettare più di mezzora per potere entrare» dice uno dei ragazzi di una comitiva che rema nel verso opposto della corrente umana. Sono quasi le nove, il concerto è già iniziato – sul palco c’è Lorenzo Fragola – e ancora all’altezza di porta Felice ci sono due lunghi serpentoni di persone in fila per potere accedere all’area del concerto. «Il terrore non ci fermerà, noi continueremo a suonare e a divertirci» dirà di lì a breve Francesco Sarcina nel suo ritrovato ruolo da leader de Le Vibrazioni. Ma è innegabile che un evento di tali proporzioni non possa non costituire un obiettivo sensibile e quindi richiedere accurate misure antiterrorismo. E così, divisi e incanalati su due correnti, i fan – dai più grandi ai bambini – vengono controllati uno per uno, rallentando così, inevitabilmente, le procedure d’ingresso.
C’è anche spazio per il ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro. Sul maxischermo scorrono le immagini, subito dopo Luca e Paolo si cimentano nella celebre Signor tenente, successo sanremese di Giorgio Faletti, per poi concludere il momento della memoria con un video del magistrato ucciso dalla mafia 25 anni fa. Un lungo finale, suonato e cantato da Eros Ramazzotti, ha accompagnato la marea umana fino alla fine del Live in diretta Tv e l’inizio del Dj set di Bob Sinclar che ha fatto ballare tutto il Foro italico.
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