È morto schiacciato all’interno di una pallettatrice, il macchinario che schiaccia i sacchi con dentro la calce prodotta nello stabilimento dove lavorava da oltre dieci anni, la Gipsos di Raddusa. Giovanni Leonardi, 51enne operaio originario dello stesso Comune, «è strano che si sia trovato in quel posto», dice a MeridioNews il sindacalista della Cisl Nunzio Turrisi. Sulle ragioni di quanto accaduto ieri pomeriggio, come pure sulla dinamica, indagano i carabinieri della locale stazione. «Siamo distrutti», è il commento che arriva dalla ditta.
Il corpo dell’uomo si trova adesso all’obitorio, in attesa degli esami strumentali che dovranno stabilire la causa del decesso e dare qualche elemento in più agli inquirenti per capire cosa è accaduto. «Non si esclude che possa essersi trattato di un malore, di un errore, di una fatalità o di mancanza di sicurezza», spiega Turrisi. Di certo c’è che Leonardi – che lascia una moglie e due figli – è finito sotto la pressa che schiaccia i contenitori di calce, per renderli uniformi prima dell’imballaggio e della successiva spedizione. «Di solito non c’è alcuna ragione per cui un operaio dovrebbe trovarsi in prossimità della pressa – spiega Felice Barrelli, un altro sindacalista della Cisl – Potrebbe avere urtato con la testa la fotocellula che attiva la macchina, restando schiacciato».
Ma sulla ricostruzione dei fatti ci sono solo ipotesi. Il lavoratore si trovava da solo e nessuno dei due altri addetti al macchinario sostiene di avere assistito a quanto accaduto. «Un collega, insospettito per non averlo visto dopo una decina di minuti, lo ha chiamato senza però avere risposta – racconta Barrelli – Insospettito lo è andato a cercare, trovandolo schiacciato dalla pressa». I soccorsi sono stati chiamati immediatamente, e al loro arrivo pareva esserci ancora speranza. «Il personale del 118 ha detto che era ancora vivo, forse il cuore batteva – aggiunge il sindacalista – Ma è stato portato via che era già cadavere». Il comparto dello stabilimento in cui lavorava è stato sequestrato delle autorità, giunte sul posto poco dopo, che hanno provveduto anche ad ascoltare alcune voci.
La notizia, trapelata solo a circa 24 ore di distanza «è stata una doccia fredda – aggiunge Turrisi – L’azienda in cui lavorava ha sempre rispettato i parametri di sicurezza imposti dalla legge». All’interno della sede Gipsos di Raddusa si è tenuta una riunione con all’ordine del giorno quanto accaduto a Leonardi. «Siamo una grande famiglia, per noi gli operai sono tutti come dei figli. Ieri ne è tragicamente venuto a mancare uno», rispondono a MeridioNews dal centralino della ditta. «Non c’è null’altro da dire – concludono -. Cercheremo di stare vicino alla famiglia di Giovanni in ogni modo, perché se lo merita».
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