Raddoppio ferroviario, no del Comune a Rfi Bianco: «Nessuna alternativa, interramento»

«È un giorno importante per me e per la città». Enzo Bianco, dopo la conferenza dei servizi convocata ieri per discutere del raddoppio ferroviario Zurria-Acquicella, si è mostrato deciso e soddisfatto per la decisione presa: «È stata definitivamente accantonata l’ipotesi progettuale alla quale avevano lavorato le Ferrovie dello Stato e la Rete ferroviaria italiana». Addio, dunque, all’ipotesi A, quella che avrebbe prodotto abbattimenti e realizzazione di gallerie sotterranee in pieno centro storico. «È stata valutata con spirito laico, non pregiudiziale, anche l’ipotesi A1, che avrebbe previsto un impatto meno evidente e meno forte, ma l’orientamento definitivo che abbiamo comunicato è quello di dire che sottoporremo alle autorità competenti l’ipotesi B». Ossia quella che prevede l’interramento del tratto. Una scelta condivisa anche dalla Regione, rappresentata dall’assessore alle Infrastrutture e della mobilità Antonino Bartolotta, e con l’appoggio della Soprintendenza.

Da parte sua, Bianco ha garantito che il Comune collaborerà affinché l’iter – che adesso passa al tavolo del ministro per la Coesione territoriale e quello per le Infrastrutture – si svolgerà in tempi brevi. E ha respinto anche le teorie secondo le quali il terreno lavico potrà costituire un problema per la buona (e rapida) riuscita dell’opera, mantenendo come anno di completamento dei lavori il 2026. Con un costo contenuto, «soli 78 milioni di euro in più», rispetto a quello previsto dal progetto di Rfi.

«Abbiamo ancora una volta riconfermato che la realizzazione della rete di trasporto ferroviario veloce tra Palermo, Catania e Messina ha un valore strategico importante per la Sicilia – ha affermato Bianco – Catania è felice che questa attesa opera possa finalmente essere realizzata. Daremo una mano, per quanto potremo». Ma il tutto rispettando le sei ragioni individuate dai tecnici a favore dell’interramento. Annullare l’impatto sul patrimonio archeologico, liberazione del fronte mare e degli Archi della marina e del tratto tra via Zurria e castello Ursino, riqualificazione dello spazio urbano, miglioramento dell’accessibilità al quartiere San Cristoforo, riduzione dell’impatto acustico, minore rischio sismico. «Ho sposato una tesi condivisa da una parte rilevante della città, dal mondo produttivo, dalla soprintendenza, dall’opinione pubblica. Una tesi bipartisan – ha precisato Bianco – sostenuta dall’amministrazione precedente e che era anche mia quando ero all’opposizione». Un parere vincolante, «non è Rfi a decidere, loro sono esecutori dell’opera», che deve tenere conto di enti locali e Regione.

Adesso bisognerà occuparsi di alcuni passaggi procedurali «che possono sembrare difficili, ma non lo sono», ha rassicurato l’assessore Bartolotta. «La Regione lavorerà di concerto con il Comune». A lui ha fatto eco il primo cittadino, che ha spiegato come presto verrà avviato un tavolo permanente per mantenere l’attenzione sulla questione. «Risolvere la criticità di Catania ci darà modo di agire funzionalmente anche all’asse con Messina», ha rilanciato il delegato regionale. Un effetto a catena, che si mette in relazione allo sviluppo del collegamento con l’aeroporto catanese. Su questo fronte, resta da decidere se la tratta cittadina verso lo scalo di Fontanarossa dovrà essere realizzata attraverso una bretella con la rete ferroviaria o mandando avanti i lavori della metropolitana verso Librino e da lì in direzione dell’aeroporto. «Scioglieremo rapidamente il nodo», ha assicurato Bianco. Nel breve termine, invece, parte dei fondi stanziati per il raddoppio potrebbero essere utilizzati per il potenziamento del trasporto dalla fascia jonica – tra Acireale e Giarre – verso il capoluogo.

Carmen Valisano

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