A ‘scuola’ di politica: ecco a voi le ‘pagelle’ agli assessori regionali della Giunta di Rosario Crocetta

IN VISTA DI UN RIMPASTO, PROVIAMO A DARE I VOTI AI PROTAGONISTI DEL GOVERNO REGIONALE.  TENENDO CONTO CHE SI E’ TRATTATO, PER LO PIU’, DI GENTE FINITA NEL POSTO SBAGLIATO, NEL MOMENTO SBAGLIATO, CIRCONDATA DA PERSONE SBAGLIATE…

Non sappiamo quanti assessori della Giunta di Rosario Crocetta andranno a casa. Né sappiamo quanto tempo si prenderà ancora il cosiddetto rimpasto del Governo. A nostro avviso – ma questa è una nostra sensazione – i cambiamenti potrebbero essere tanti e di peso. Ma questo è uno scenario in evoluzione, di là da venire.

Oggi proveremo a ragionare su quello che ha fatto fino ad oggi il Governo regionale. E lo faremo analizzando, per grandi linee, i fatti e le parole. Certo, avremmo tanto voluto ragionale solo sui fatti e non anche sulla parole. Ma siamo costretti a ragionare su entrambe le cose. Perché questo esecutivo, oltre ad aver prodotto fatti – non molti e per lo più sbagliati – ha prodotto, invece, tante parole. Un diluvio di chiacchiere.

Poiché siamo in prossimità di una profonda svolta, con l’arrivo in Giunta della ‘politica’ – e con il contestuale ridimensionamento del ruolo dei ‘Pupari’ (cioè di chi, fino ad oggi, ha manovrato il Governo da dietro le quinte) – proveremo a stilare le pagelle di ogni assessore regionale.

Lo faremo tenendo conto di un aspetto che esemplifica e sintetizza uno degli aspetti non certo secondari della crisi della politica siciliana: il ridimensionamento del ruolo dell’assessore regionale, diventato, in molti casi, ostaggio della presidenza della Regione e, ancor peggio, di gruppi di pressione che ne hanno limitato l’autonomia decisionale. In dispregio da quanto previsto dal nostro Statuto che, come hanno spiegato meglio di noi Salvo Salerno e Angela Barone, dà agli assessori regionali grande autonomia.

Insomma, per oltre nove mesi siamo stati governati da un Governo pieno di spersone sbagliate, messe nei posti sbagliati e circondati da persone sbagliate. I risultati non esaltanti, sono sotto gli occhi di tutti.

Va da sé che chi – a nostro modesto avviso – chi scende sotto la ‘sufficienza’ andrebbe sostituito senza tante storie.

NELLI SCILABRA – Assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale. I risultati ottenuti dalla giovane Nelli sono sotto gli occhi di tutti: caos nel modo della scuola e caos nel mondo della formazione professionale.

Sarebbe ingeneroso, oltreché sbagliato, ascrivere le responsabilità di una stagione fallimentare alla sola giovane assessore. Anche per inesperienza e non conoscenza di un settore complicato e difficile, la giovane assessore ha subito il condizionamento di chi ha interesse a mettere le mani su questo comparto, con riferimento, soprattutto, alla formazione professionale. Con Confindustria Sicilia che ha puntato gli occhi su buona parte dei fondi del cosiddetto ‘Piano Giovani’.

La giovane Scilabra, di suo, ha messo tante parole. In oltre dieci mesi la giovane assessore ha detto tutto e il contrario di tutto: ha parlato di riforme, di applicazione della legge regionale n. 24 del 1976, di accreditamenti, di mancati accreditamenti, di scandali e bla bla bla. Uscite, spesso estemporanee, che contraddicevano quanto aveva detto prima e quanto avrebbe affermato poco dopo. Insomma, una gran confusione.

Disastroso il trasferimento della sede dell’assessorato con i nuovi uffici rimasti per oltre un mese senza telefoni e senza collegamento internet. Secondo noi, la sua esperienza di assessore è da dimenticare.

Voto: 3 meno meno.

 

ESTER BONAFEDE – Assessore regionale alla Famiglia e al Lavoro. Anche su di lei ha pesato, in maniera assai rilevante, il condizionamento dei gruppi di pressione che stanno dietro questo Governo. Ha gestito un assessorato che, se utilizzato bene – soprattutto se in collegamento proficuo con Roma – può dare grandi frutti. Ma, anche per inesperienza, è stato gestito male. Non solo per responsabilità dell’assessore, ma anche di chi l’ha coadiuvata. Sugli sportelli multifunzionali la gestione Bonafede ha prodotto una gran confusione. Ma, come per l’assessore Scilabra, sarebbe ingeneroso colpevolizzare solo lei, se è vero che, sugli ‘sportelli’, ha pesato l’atteggiamento ondivago del presidente della Regione e dei suoi ‘mentori’.

Voto: 4 meno meno.

 

 

MARIELLA LO BELLOAssessore regionale al Territorio e Ambiente. Data come vicina al ‘Correntone’ del PD oggi rappresentato da Franco Piro, o come esponente vicina al parlamentare nazionale, sempre del PD, Angelo Capodicasa, in realtà, Mariella Lo Bello ha finito col subire l’influenza, tutt’altro che positiva, del solito presidente della Regione e dei suoi soliti sodali. La sua esperienza di Governo, è inutile che ci giriamo attorno, non ha lasciato il segno. Confusa ed incerta la gestione dell’aumento dei canoni dei terreni di proprietà della Regione. Tant’è vero che il provvedimento si è arenato. Completamente assente sulla vicenda che ha visto, per l’ennesima volta, il mare di Gela massacrato dagli idrocarburi dell’Eni. Goffa e quasi comica la gestione della vicenda Muos di Niscemi con una revoca della revoca delle autorizzazioni che è apparsa come una commedia di Goldoni. Anche in questo caso, un’esperienza da dimenticare.

Voto: 3.

 

 

 

 

MICHELA STANCHERISAssessore regionale al Turismo. Michela chi? E’ arrivata come un cucchiaio di caciocavallo stagionato grattugiato su un piatto di spaghetti con le uova di ricci. Un disastro gastronomico-politico. Lei sarà anche simpatica, alla mano. Ma che c’entra, questo, con la gestione di un assessorato difficile? E’ arrivata in sostituzione di un gigante – Franco Battiato – che, pur vivendo nel mondo delle idee, ha dato un giudizio assolutamente centrato sulle finanze regionali: “Hanno rubato tutto”. Anche lei è stata condizionata dal presidente della Regione e dai suoi ‘mentori’. Di Michela Stancheris ricordiamo qualche spartizione di contributi. E qualche intervento verbale centrato. Ha detto, ad esempio, che la Sicilia dovrebbe avere i propri casinò. Cosa giustissima. Questo già fa tanto.

Voto: 5 meno meno.

 

 

LINDA VANCHERI – Assessore regionale alle Attività produttive. E’ stata messa lì da Confindustria Sicilia, l’organizzazione imprenditoriale che, da cinque anni, controlla in modo quasi ‘militare’ questa branca dell’amministrazione regionale. Pensare che in questo assessorato non siano andare in scena ‘operazioni’ è da stupidi. Ma da qui a pensare che queste ‘operazioni’ abbiamo avvantaggiato l’economia siciliana nel suo complesso… Sarà che a noi i ‘Professionisti dell’antimafia’ di Confindustria Sicilia non fanno molta simpatia, ma non ci sembra che la gestione di questo assessorato, da parte di Linda Vancheri, sua degna di particolari note.

Voto: 4.

 

 

 

NINO BARTOLOTTAAssessore regionale alle Infrastrutture (ex lavori pubblici, per capirci). Gli appalti pubblici della Sicilia ridotti al lumicino ci direbbero che la gestione di Nino Bartolotta sarebbe stata fallimentare. Invece non è così. Sul flop dei lavori pubblici in Sicilia pesano gli investimenti di Stato e Regione che non ci sono più. E pesa, soprattutto, la mancata utilizzazione dei fondi europei da parte della nostra Regione. Sarebbe un errore, però, scaricare solo sulla Regione – e in particolare sull’assessore Bartolotta – la responsabilità di questa crisi. Il flop dei fondi europei è la risultante di tanti fattori. A cominciare dall’atteggiamento schizofrenico dell’Unione Europea che stanzia i fondi strutturali per le Regioni ad Obiettivo Convergenza e poi, con il patto di stabilità, impedisce alle medesime Regioni di utilizzarli. Ci sono anche le resistenze dello Stato. Nei fondi europei c’è il cofinanziamento da parte dello Stato, che ammonta a quasi il 30 per cento: quasi un miliardo di cofinanziamento si 3 miliardi di investimento. E lo Stato – attraverso le proprie burocrazie ministeriali – fa di tutto per non spendere questi soldi nel Sud. Se non si farà chiarezza su questi due punti, si continuerà solo a fare demagogia. Detto questo, Nino Bartolotta è stato tra i migliori assessori della Giunta Crocetta e non meriterebbe di essere messo fuori.

Voto: 6 più.

 

NICOLO’ MARINOAssessore regionale all’Energia. Anche lui è tra i migliori assessori della Giunta di Rosario Crocetta. Va detto che ha ereditato una situazione difficilissima. Di fatto, gestisce uno dei settori più difficili dell’amministrazione regionale. Con pressioni enormi da parte dei gruppi economici (e dei comitati di affari). Nel suo caso, si tratta della persona giusta al posto giusto. Ci ha un po’ deluso la posizione che ha assunto sulla questione idrica. Ma non è difficile immaginare che il tentativo, tutt’ora in corso, di mantenere la gestione dell’acqua nelle mani dei privati è frutto di scelte politiche che prescindono dalla sua volontà. Lì gli interessi sono tanti, e non solo cristallini. Tuttavia, la partita sull’acqua è ancora aperta e il finale è ancora tutto da scrivere. Sui rifiuti ha ereditato uno scenario pesantissimo. Ma è l’unico amministratore della Sicilia che sta iniziando a lavorare per superare le discariche, dietro le quali si celano interessi inconfessabili. Ha avuto il coraggio di bloccare la prepotenza di Confindustria Sicilia, che sui rifiuti – e sulle discariche – ha interessi enormi. Forse, da questo assessore, ci si aspetterebbe un po’ più di chiarezza sulle energie rinnovabili. Magari per far conoscere ai siciliani che cosa si sta facendo. Con dati e numeri. Ma questo è anche un limite del giornalismo siciliano.

Voto: 7 più.

 

LUCIA BORSELLINOAssessore regionale alla Salute (o Sanità). Per carità: è brava. Ma non si può negare che si trova dove si trova anche per il cognome che porta. Anche lei, come tanti suoi colleghi della Giunta, subisce i condizionamenti del presidente della Regione e dei suoi amici. Molti dei provvedimenti adottati non sembrano farina del suo sacco. Anche perché alcuni di questi provvedimenti contraddicono quanto è stato fatto da chi l’ha preceduta, ovvero da Massimo Russo. Del quale è stata stretta collaboratrice. Per poi diventare dirigente generale. Spiace scrivere queste cose, ma il caso di Lucia Borsellino rispecchia lo ‘stile’ del Governo Crocetta: utilizzare personaggi di un certo mondo per dare lustro al Governo. Per nascondere, dietro l’immagine di questi personaggi, scelte amministrative scomode o sbagliate. Come, ad esempio, il taglio di 28 Punti nascita. O le nomina chi non dovrebbe essere nominato nei posti chiave dell’amministrazione. Di Lucia Borsellino, poi, non ci è piaciuto proprio il pasticcio che ha combinato all’Istituto Zooprofilattico della Sicilia. Il fatto che il Governo Crocetta abbia ‘pilotato’ decine e decine di nomine illegittime – mettendosi sotto i piedi il decreto legislativo n. 39 di quest’anno – non giustifica certe cadute di stile. Non ci è piaciuto, inoltre, il modo con il quale è stato ‘archiviato’ dal Governo della Regione – e dalla sua branca in particolare – il caso di Antonella Seminara, la donna morta dopo il parto, perché nell’ospedale di Nicosia, dove è stato effettuato il parto cesareo d’urgenza, non c’è il servizio di Rianimazione. Non abbiamo ancora capito come mai il Servizio di Elisoccorso – che costa alla regione un sacco di soldi – sia giunto a Nicosia con quasi tre ore di ritardo. Questi punti verranno chiariti dall’inchiesta della magistratura in corso. Ma prima della magistratura, su fatti così gravi, dovrebbe arrivare la politica. Ma dalla politica registriamo solo silenzi.

Voto: 4

 

 

MARIA RITA SGARLATAAssessore regionale ai Beni culturali. E’ un archeologa. Un mestiere bellissimo. Perché cambiarlo?

Voto: 2 più

 

 

 

 

 

 

 

PATRIZIA VALENTIAssessore regionale alle Autonomie locali. E’ finita sulla plancia di comando di una delle branche dell’amministrazione regionale più ‘calde’ del momento: gli enti locali. Anche per lei vale quanto detto per altri assessori: ha subito condizionamenti pesanti dal presidente della Regione. Ma, a differenza di altri suoi colleghi, ha accettato la sfida e si è misurata con problemi enormi. Il deficit dei comuni non è un problema che ha creato lei. Dietro la crisi finanziaria dei Comuni siciliani c’è la gestione dei rifiuti, c’è la gestione dell’acqua, ci sono i tagli del Governo regionale e, soprattutto, i tagli del Governo nazionale. L’assessore Valenti ha cercato di limitare i danni, ma lo scenario che ha affrontato è difficilissimo. Anche la questione delle province, alla fine, è il frutto di una legge votata e approvata dall’Ars. Si può anche non essere d’accordo sulle soluzioni che il Governo sta adottando per fronteggiare la crisi dei Comuni (e noi lo facciamo criticando l’introduzione delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina: classico fumo negli occhi per nascondere una crisi finanziaria degli stessi Comuni siciliani che sta esplodendo). Forse avrebbe dovuto battere i pugni sul tavolo, costringendo l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, a fare di più nella Conferenza Stato-Regioni. Soprattutto sul fronte della sanità e del federalismo fiscale. Nel complesso ha lavorato molto e con grande impegno.

Voto: 6.

 

DARIO CARTABELLOTTA – Assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari. Da lui ci si aspettava di più. Anche per la conoscenza e la competenza in materia di agricoltura. Non ha fatto molta ‘schiumazza’: e questo va a suo onore. Ha lavorato molto sulle cose concrete. In un contesto finanziario difficilissimo. Non ha comunicato molto. Ma questo è il problema di un Governo che comunica solo con la presidenza della Regione, mentre gli assessori e gli assessorati osservano un religioso silenzio. Non è il massimo, in una società dell’informazione. Ma siamo certi che, non appena la ‘politica’ si riapproprierà di una parte della ‘macchina’ amministrativa regionale torneranno a comunicare anche gli assessori.

Voto: 6.

 

 

 

 

 

LUCA BIANCHI – E’ il peggiore assessore della Giunta Crocetta. Sulla sua designazione è stata creata, ad arte, molta confusione. Lo davano vicino al PD di Sergio d’Antoni e di Pierluigi Bersani. Il primo non è più parlamentare nazionale. Il secondo non è più il segretario del PD. Ma Bianchi è ancora lì, assessore regionale all’Economia siciliana ormai alla frutta. Come il nostro giornale scrive da tempo, Bianchi è stato infiltrato in Sicilia dalle burocrazie ministeriali: quelle burocrazie che, in oltre sessant’anni, con la complicità della politica nazionale e siciliana, hanno provato a distruggere l’Autonomia della nostra Isola. Soprattutto sotto il profilo finanziario. Con Bianchi stanno raggiungendo in pieno l’obiettivo. In oltre nove mesi di attività, l’assessore Bianchi ha ridotto il bilancio della Regione siciliana in un colabrodo. Ha fatto da ‘ponte’ a Roma che, quest’anno, ha scippato dal nostro bilancio 914 milioni di euro. Non è un caso se, oggi, mancano i soldi per i forestali, per i precari della Regione e dei Comuni, per gli ex Pip di Palermo, per i docenti delle scuole provinciali, per i Comuni, per le Province e via continuando. Con la sua gestione la Conferenza Stato-Regione ha buttato nel ‘dimenticatoio’ l’esame della questione relativa ai soldi che lo Stato deve alla Sicilia per aver aumentato la quota di compartecipazione della nostra Regione alle spese per la sanità. Idem per il federalismo fiscale. I fondi dell’articolo 38 dello Statuto sono stati aboliti d’ufficio. L’articolo 37 dello Statuto, nella mani di Bianchi, è diventato uno scendiletto di Roma. Un personaggio da dimenticare. La speranza è che, con il rimpasto, lo rimandino a Roma.

Voto: zero.

 

ANTONIO ZICHICHI – E’ stato, per un breve lasso di tempo, assessore ai Beni culturali. Non ha lasciato un grande segno. Anzi, come assessore, è passato inosservato. Di lui si ricorda una considerazione estemporanea e non richiesta sul Muos di Niscemi. All’assessore il Muos non dispiaceva. Insomma, Zichichi, grande comunicatore del mondo della scienza, è tornato al suo lavoro: e ha fatto bene.

Voto: 3.

 

 

 

 

FRANCO BATTIATO – Lo ripetiamo: è l’unico che ha capito perfettamente cosa sono, oggi, la Regione siciliana e la politica siciliana. Non sappiamo se Battiato, nella sua grande e irripetibile fantasia di artista, abbia mai trovato il tempo di soffermarsi sui numeri del bilancio della Regione. Ma il suo giudizio sui ‘numeri’ dell’assessorato regionale al Turismo – giudizio che può senz’altro essere esteso a tutta la Regione siciliana – è stato illuminante e preciso: “Si sono rubati tutto”. Battiato è la dimostrazione vivente che solo la grande arte, oggi, è in grado di capire il fallimento della politica italiana, che è culturale e spirituale prima che economico e finanziario. La sua esperienza di assessore regionale a Turismo ha dato lustro, per qualche mese, a una Regione ormai più morta che viva. Bellissime e centrate le sue considerazioni sulle zoccole in politica. Tutto vero. Una testimonianza eccezionale di un artista che ha avuto il coraggio di denunciare la pressoché totale assenza di meritocrazia anche in politica. Dove i criteri si ‘selezione’, in tantissimi casi, sono ormai ‘altri’. Battiato ha detto una grande verità a chi vive e si crogiola nell’ipocrisia e nella menzogna. La sua verità trionfa nei fatti. Chi lo ha denigrato è già sepolto dalla realtà che è sotto gli occhi di tutti.

Ultima nota: Battiato è stato il ‘primo’ uomo e entrare senza cravatta a Sala d’Ercole: meraviglioso!

Voto: 10.

 

 

 

 

 

 

Redazione

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