Raccolta rifiuti, su assunzioni pende il nodo Natoli Braccio di ferro con i sindacati su nuovo contratto

C’è un nodo che non è facile da sciogliere nella questione del passaggio dei lavoratori dal consorzio Seneco alla Dusty. Una questione che più ad personam non si può, visto che ha un nome e un cognome: Antonio Natoli. Cosa fare dell’ingegnere coinvolto nell’inchiesta Garbage affair su un presunto giro di corruzione nell’assegnazione dell’appalto ponte per la raccolta della spazzatura a Catania? Farlo transitare nella nuova ditta come tutti gli altri? Oppure tenerlo fuori in virtù di quel procedimento giudiziario di cui nei prossimi giorni dovrebbe conoscersi un primo esito? A perorare la causa di Natoli, dice chi era all’incontro, è Carmelo Condorelli, sindacalista della Fiadel. Solo contro il Comune, la ditta catanese e gli altri sindacati. Anche di questo si è discusso stamattina al Palazzo dell’Esa, durante un incontro nato per discutere del contratto di assunzione dei 102 lavoratori del bacino prefettizio (erano 105, ma tre nel frattempo hanno raggiunto l’età per il pensionamento), a cui è stato promesso – dopo anni di attesa – un contratto a tempo indeterminato. Che arriverà, e anche presto: dovrebbe essere firmato il 12 settembre, cinque giorni prima che Dusty prenda ufficialmente il posto di Seneco.

Le cose, però, non sono così semplici. Se contratto a tempo indeterminato sarà, per quante ore al giorno? Al momento, l’ipotesi che va per la maggiore è che si tratterà di un contratto part-time. O, al più, per 28 ore settimanali. Cosa che però non garantisce sufficiente sicurezza economica ai lavoratori. C’è poi la questione del livello di inquadramento contrattuale: ai dipendenti del bacino prefettizio spetterebbe una categoria J, la più bassa: un’entrata di poco più di 800 euro al mese e che azzererebbe l’anzianità di servizio finora maturata. I sindacalisti, al momento, stanno cercando di mettere una pezza sul buco. Ma il clima non è dei migliori: dopo anni di attesa il contratto a tempo indeterminato sembra una conquista, ma le condizioni appaiono ai più inaccettabili. «Fate attenzione a quello che decidete, qui c’è gente che ha tre bambini a casa», urla un lavoratore all’indirizzo dell’assessore Fabio Cantarella, appena uscito dal Palazzo dell’Esa dopo una riunione durata ore.

Per sapere qualcosa di più certo bisognerà attendere le 18 di questa sera, quando la riunione riprenderà negli uffici di piazza Gandolfo. La Dusty dovrebbe, per quell’ora, concludere il conteggio dei lavoratori «indisponibili». Cioè quelli che non possono effettivamente prestare servizio perché sottoposti a una misura restrittiva (carcere o arresti domiciliari). Loro dovrebbero essere sospesi e fare posto ad altro personale. Sembra che, inoltre, tra i controlli attualmente al vaglio dell’azienda ci siano anche quelli sui precedenti penali e sui carichi pendenti: chi ne ha per reati legati alla criminalità organizzata potrebbe essere allontanato, di concerto con la prefettura, per «ripulire» il più possibile le liste degli assunti. Anche questo repulisti aprirebbe le porte ad altro personale finora escluso.

La fila dietro alle porte della ditta etnea è lunga. I lavoratori servono tutti, e ne potrebbero servire anche di più. Nel frattempo dovrebbe essere aperto un secondo tavolo di trattativa che dovrebbe mettere insieme altro personale in attesa: i 32 operai della Sicilcar, l’azienda che si occupa della manutenzione dei mezzi comunali. Il loro appalto – peraltro al centro del processo a carico dell’architetta Anna Maria Li Destri e di una lettera anonima arrivata all’amministrazione anni fa – non sarà più necessario quando la raccolta nel cento per cento della città sarà effettuata da un’azienda privata. Sicilcar, infatti, si occupa della manutenzione dei mezzi comunali che svolgono il servizio di igiene urbana nella porzione del 25 per cento di Catania in cui la gestione della spazzatura è di diretta competenza di Palazzo degli elefanti. Quando questa enclave sarà saltata, anche quei lavori – che valgono intorno al milione di euro l’anno – non saranno più necessari.

Luisa Santangelo

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