Oltre undici milioni di euro e la durata di 106 giorni, prorogabili, dal momento dell’aggiudicazione. Sono i termini della «procedura negoziata» avviata dal Comune di Catania per la raccolta dei rifiuti nel capoluogo etneo. Un mini-bando al quale l’amministrazione ha invitato alcune aziende del settore (ma aperto a tutte), affinché facessero la loro offerta e si potesse così individuare in tempi brevi la società che si occuperà della spazzatura in città. In attesa che si chiuda la gara d’appalto settennale da 319 milioni di euro. A presentare la propria proposta a Palazzo degli elefanti, però, è stato un solo raggruppamento temporaneo d’imprese: a comporlo sono Senesi ed Ecocar. La prima è nota, in provincia di Catania, per essere stata colpita in passato da un provvedimento interdittivo antimafia poi revocato. «Abbiamo agito così d’urgenza, per essere sicuri. Le buste non sono ancora state aperte, ma se l’unica offerta pervenuta dovesse essere congruente con le nostre richieste sarà quella vincitrice», dichiara l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata.
A confermare la partecipazione di Senesi ed Ecocar alla procedura etnea è Rodolfo Briganti, amministratore delegato della prima delle due. «Abbiamo presentato la nostra offerta entro i termini, adesso aspettiamo i tempi tecnici», dichiara a MeridioNews. La procedura è stata pubblicata dall’amministrazione il 20 dicembre, e la scadenza per inviare la propria candidatura era fissata dieci giorni dopo. Tra Natale e Santo Stefano, con data presunta di apertura dei plichi il 30 gennaio 2017. Una fretta che si giustifica tenendo conto di un dato: a febbraio 2016 è scaduto il contratto con il consorzio Ipi-Oikos che aveva gestito la spazzatura dei catanesi per cinque anni. E che dal 2014, ormai, è nelle mani dei commissari della prefettura etnea, dopo i provvedimenti antimafia che hanno colpito entrambe le società.
Dalla scadenza naturale del contratto a oggi, il servizio di igiene urbana è rimasto a Ipi-Oikos tramite il sistema delle proroghe per evitare emergenze sanitarie. Un rinnovo unilaterale – poiché voluto solo dal Comune – possibile, per legge, solo per 12 mesi. Il tempo sta per scadere e bisogna correre ai ripari. A coprire definitivamente il buco avrebbe dovuto essere l’azienda risultata vincitrice del maxi-appalto per i prossimi sette anni. Ma all’11 gennaio, scadenza fissata per la partecipazione alla gara, non si era presentato nessuno. Forse per via di requisiti che, come denunciato dalla società Dusty, sarebbero stati troppo stringenti. Un mutismo al quale si somma quello della Regione Siciliana sul piano d’intervento per la raccolta dei rifiuti del Comune di Catania, che è stato approvato, sì, ma col metodo del silenzio-assenso. Cioè: se gli uffici palermitani non avessero risposto a quelli comunali entro 90 giorni dalla presentazione del documento, quest’ultimo avrebbe potuto ritenersi validato. Cosa, in effetti, avvenuta.
Tra date, bandi, lettere e ricorsi annunciati, però, il rischio concreto era che la munnizza potesse rimanere a un certo punto per le strade. Cioè nel periodo di interregno tra Ipi-Oikos e nuova gestione. Un limbo che, secondo l’amministrazione che ha avviato la procedura negoziata, potrebbe durare ben più di tre mesi. A riempire la vacatio sembrano avviate le uniche candidate. Senesi, società marchigiana di Porto Sant’Elpidio, opera nel Catanese dal 2014 e si è occupata di Aci Sant’Antonio, Aci Catena e Acireale. Un servizio «inefficiente», come lo ha più volte definito l’amministrazione acese. A luglio 2015, poi, la prefettura di Fermo, aveva emesso un provvedimento interdittivo, parlando di un «concreto pericolo di infiltrazioni mafiose». Il Tar delle Marche aveva prima sospeso e poi annullato la decisione prefettizia, disponendo l’inserimento di Senesi nella white list.
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