«Butta il cuore oltre l’ostacolo, fai sparire i cassonetti e fai il ‘porta a porta’ in tutta la città!». A lanciare un accorato appello «al sindaco della più grande città della Sicilia» è proprio da Salvo Cocina, il dirigente generale del Dipartimento Acque e Rifiuti della Regione siciliana, alla guida dell’ufficio Speciale per il monitoraggio l’incremento della raccolta differenziata nell’Isola. Una sollecitazione, quella del dirigente regionale pubblicata con un post su Facebook, che suona allo stesso tempo come un biasimo tenuto conto che la raccolta differenziata «è ancora ferma al 13 per cento», e che «Palermo, insieme a Catania, Messina e Siracusa, abbassa la media siciliana». Proprio ieri Leoluca Orlando ha fatto in punto sulla raccolta differenziata rivendicando con orgoglio i progressi compiuti fin qui dall’amministrazione, annunciando un dato più consistente rispetto a quello indicato da Cocina. «Oggi in Sicilia la raccolta differenziata è sicuramente in crescita e Palermo è intorno al 16 per cento – ha detto il primo cittadino – francamente è poco, ma partiamo dal 6 per cento».
«Non è una consolazione ma uno stimolo ad andare avanti», ha ammesso lo stesso primo cittadino, ricordando che a breve, il 10 aprile, partirà il secondo step di Differenzia 2, ed entro la fine dell’anno sarà completato il programma «portando intorno al 28-30 per cento la raccolta differenziata nella città di Palermo. È sempre poco, ma sempre più di 16 e soprattutto di 6». Tutte buone intenzioni che, però, si scontrano con la realtà: i dati forniti dalla Rap, infatti, restituiscono un quadro diverso. Se nell’ultimo mese la raccolta differenziata si è avvicinata al 16 per cento senza raggiungerlo (a febbraio 15,58 per cento), lo stesso non si può dire per i mesi precedenti: a gennaio i rifiuti raccolti si fermano al 13,92, mentre a dicembre 13,01. Il dato medio nel 2017 è, invece, del 14,32, anche se non si tiene conto del mese di dicembre.
La sensazione, quindi, è che a febbraio ci sia stato un leggero miglioramento, forse imputabile a un incremento della porta a porta. «Nella zona servita da Differenzia 1 abbiamo avuto segnali positivi – rivela Dionisio Giordano segretario regionale Fit Cisl Ambiente – con una percentuale di raccolta cresciuta al 42,14 per cento a gennaio e del 51,20 per cento a febbraio, segno tangibile che è cambiato il clima generale e che i cittadini ora danno una mano». Le criticità, tuttavia, permangono soprattutto per la carenza di personale. «Quest’anno in maniera graduale si aggiungeranno altre 120 mila utenze, ma ci serve aiuto. Come Rap avevamo chiesto al sindaco di utilizzare il personale della srr Palermo area metropolitana, ma senza alcun esito. E ora – aggiunge sconsolato – saremo obbligati a dirottare personale impiegato nella manutenzione strada e spazzamento: un peccato perché questa è una scommessa che possiamo vincere».
A dare man forte ai sindacati sulla necessità di un potenziamento del porta a porta, ci pensa l’opposizione a Sala della Lapidi. «C’è voluto un anno per far partire Differenzia 2 – afferma il consigliere pentastellato Tony Randazzo – Se questa è la lentezza con cui si muove amministrazione, per fare quello che dice Cocina e far sparire i cassonetti, ci vorranno almeno 20 anni. Anche perché la raccolta casa per casa continua a indietreggiare». A non convincere è anche il dato diffuso dal sindaco: «Nell’ultimo periodo non ci sono stati fenomeni nuovi, come è migliorato? Per me c’è una chiara volontà politica di non fare il porta a porta, perché questo comporta un incremento di personale da destinare con una difficoltà operativa: o si riduce lo spazzamento o la manutenzione stradale. In questi anni l’amministrazione si è mossa con troppa lentezza. Se il sindaco ci vuole fare sognare – conclude ironico – allora realizzi entro l’anno pure le isole ecologiche».
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